In occasione della pubblicazione del Riot Impact 2022 abbiamo avuto la possibilità di parlare con due esponenti di Riot Games.
“I giocatori sono il motore che spinge tutto ciò che facciamo”. È con queste parole e con questo spirito che si apre il Riot Impact 2022, il report di Riot Games sullo stato di salute dell’azienda e sul contributo che la stessa fornisce ai vari attori del panorama, interni ed esterni. Nel report non si parla infatti solo di quanto e come cresce Riot Games ma del suo impegno, ad esempio, nel rendere l’azienda un luogo più inclusivo, di come supporta iniziative benefiche con il Social Impact Fund, e della sostenibilità delle sue attività. Per comprendere meglio i numeri del rapporto e cosa rappresentino per Riot e per le sue community, abbiamo avuto la possibilità di intervistare in esclusiva Patty Nishimura Dingle e Jeffrey Burrell di Riot Games.
Il significato del Riot Impact
Patty Nishimura Dingle ricopre attualmente il ruolo di Global Head of Diversity and Inclusion, una figura indubbiamente delicata. A cui abbiamo chiesto prima di tutto cosa significa per lei il Riot Impact e perché è così importante. “È più di un anno che mi trovo in Riot e ciò che posso raccontare è la grande passione che i rioters mostrano lavorando sulla diversità e l’inclusione. Questo report rappresenta in tal senso gli sforzi genuini di ognuno nel creare uno spazio di lavoro inclusivo e un settore gaming il più ampio possibile”.
Uno degli aspetti più importanti che risalta attraverso il report è inoltre la trasparenza che Riot Games vuole trasmettere all’esterno. “Cerchiamo di essere davvero più trasparenti possibile. È però chiaro che non tutto è descrivibile a numeri, come l’impegno quotidiano che ogni rioter mette per rendere l’ambiente più inclusivo, sia quello lavorativo che quello delle nostre community: ed è qualcosa che mi rende davvero orgogliosa”.
I numeri del report
Il documento riporta inoltre diverse metriche su numerosi aspetti. Ma perché sono così importanti? “I dati sono un indicatore fondamentale per noi per capire quale direzione prendere anno dopo anno per migliorare il nostro lavoro e portare maggiori benefici a tutti e tutte”, ha proseguito Dingle. “Anche in questo caso ci sono tanti numeri che pubblichiamo ma molti altri che non condividiamo. Li teniamo però d’occhio molto da vicino internamente e sono per noi ugualmente fondamentali per stabilire le strategie future”.
L’importanza del Riot Impact e dei suoi numeri la spiega anche Jeffrey Burrell, Global Head of Social Impact. “Rappresenta la somma finale del lavoro di una quantità incredibile di persone e dei loro sforzi. Un’opportunità per fermarci un attimo, riflettere e anche celebrare i risultati che abbiamo raggiunto”. Sui numeri conferma la centralità della trasparenza: “Dall’aggiornamento sulle nostre assunzioni fino al numero di realtà coinvolte per il Social Impact Fund, credo sia fondamentale essere chiari. Fino ad arrivare alla condivisione del nostro impatto in termini strettamente ambientali che riportiamo per la prima volta. Per noi è un fattore che non può essere ignorato e che dobbiamo tenere in considerazione insieme ai nostri partner”.
L’attenzione ambientale del Riot Impact
Quest’anno all’interno del Riot Impact si trova infatti il Ghg, ovvero il Greenhouse Gas Emissions Inventory che calcola l’impatto ambientale delle emissioni prodotte dalle attività aziendali. A Burrell abbiamo chiesto se ci sono degli obiettivi che vogliono rispettare. “In questo momento stiamo determinando i nostri obiettivi nel breve e lungo termine ma almeno sappiamo da dove partire grazie a questo studio. Posso però già anticipare che siamo attivamente alla ricerca di più strade per ridurre significativamente le emissioni collegate alle nostre attività”. Parlando di ambiente esterno, l’attenzione di Riot Games nel 2022 si è rivolta anche verso ciò che avviene nel mondo, come la guerra di aggressione russa contro l’Ucraina.
Nell’ultimo anno l’azienda ha aiutato tre organizzazioni no-profit che si sono occupate di aiutare il paese ucraino e i suoi cittadini, raccogliendo 4 milioni di dollari in appena una settimana. Considerato che, da quando esiste, il Social Impact Fund ha raccolto oltre 47 milioni di dollari, ciò dimostra che Riot Games non si è solamente prodigata attivamente in prima persona per sostenere le iniziative benefiche ma ha anche coinvolto la propria community. “Decisamente sì”, ha risposto Burrell. “Rimango sempre sorpreso di come i nostri giocatori siano così rapidamente responsivi nel sostenere le cause che per cui ci proponiamo. Conosciamo i nostri giocatori e sappiamo quanto a cuore abbiano questo tipo di iniziative: il nostro ruolo senza dubbio facilita il raggiungere queste opportunità”.
Più donne in Riot Games
Nel 2022 la presenza femminile nell’azienda è aumentata di altri due punti percentuali. A Patty Nishimura Dingle abbiamo chiesto se c’è un numero che funge da obiettivo o semplicemente più ce ne sono meglio è. “Il nostro obiettivo è alzare l’asticella anno dopo anno. Noi vogliamo che le donne che ambiscono a creare videogiochi sappiano che Riot Games è il posto che fa per loro. È il motivo per cui noi non prestiamo attenzione semplicemente a chi arriva da noi ma a come le donne si sentono una volta che lavorano per Riot Games. Nel corso degli anni abbiamo messo ancora più enfasi su questo aspetto con percorsi di leadership così come programmi che mettono al centro la community, dipendenti inclusi.”
A questo proposito Riot Games ha anche realizzato l’Inclusion Index Score, ovvero un numero aggregato che funge da termometro sull’inclusione all’interno dell’azienda. Oggi questo numero è pari all’86%: ma cosa significa per Dingle? “Questo numero ci dice che gran parte dell’azienda sta vivendo un’esperienza favorevole in termini di inclusività. In base alla mia esperienza ormai ventennale in questo campo, posso affermare che è un dato oggettivamente positivo. Ovviamente l’obiettivo è raggiungere il 100% anche se è complesso perché dipende da numerosi fattori. I rioter infatti danno un voto anche in base alle situazioni in un determinato periodo: l’ambiente lavorativo, i cambiamenti recenti in azienda. L’inclusione non è qualcosa di fisso ma una situazione che può cambiare da anno in anno”.
L’inclusione etnica secondo il Riot Impact
Oltre alla presenza femminle, l’Inclusion Index Score contiene al suo interno anche la presenza etnica, variegata o meno. Attualmente la maggioranza è composta da persone bianche: quali sono i piani per aumentare la presenza delle altre categorie? “Come primo punto ci tengo a sottolineare che per quanto riguarda l’aspetto demografico si tratta esclusivamente di impiegati negli Stati Uniti”, ha specificato Patty Nishimura Dingle. “Il nostro obiettivo in generale non è solo costruire dei percorsi che possano portarci oggi i nuovi talenti ma di diventare attrattivi per i talenti delle prossime generazioni”.
“È un percorso più a lungo termine, come già facciamo con organizzazioni come la Cxmmunity e Latinx in Gaming, che si occupano degli studenti delle scuole superiori e dei college”. Nel concreto chi sono gli obiettivi? “Noi vogliamo raggiungere quelle community che storicamente in passato non hanno mai visto, o potuto vedere, il gaming come una carriera. E quando saranno pronti io spero che possano vedere Riot Games come un posto dove portare il proprio talento per raggiungere obiettivi ancora più ambiziosi”.
L’inclusione nel gioco
Soprattutto negli ultimi tempi poi Riot Games sta dimostrando di tenere all’inclusione anche all’interno dei suoi vari titoli, League of Legends e Valorant su tutti. Se prendiamo in considerazione gli ultimi otto personaggi prodotti tra i due titoli, sei sono donne e due uomini. “In realtà questa presenza sui due titoli non è collegata perché i due team di sviluppo operano in maniera separata”, ha sottolineato Dingle. “In ogni caso l’approccio è intenzionale: vogliamo giochi e storie che rimangano rilevanti per i prossimi anni”.
C’è anche un altro aspetto da considerare: la possibilità per i giocatori di immedesimarsi in personaggi che li possano rappresentare. Quanto è importante questo fattore per Riot Games? “È incredibilmente importante. Noi vogliamo che qualsiasi giocatore che sceglie un nostro titolo, che ascolta la nostra musica o che segue i nostri eventi dica <<Hey, ma quello sono io>>”, ha risposto ancora Dingle. “Che sia basato sulla loro esperienza di vita, sul loro background o sulla loro cultura, è questo ciò che noi vogliamo. Se lo facciamo correttamente e otteniamo un responso positivo, significa che stiamo completando la missione della nostra azienda come reparto di diversità e inclusione”.
Il futuro dell’Impact Report di Riot
Archiviato l’Impact Report 2022, è il momento di pensare al futuro: cosa ci dobbiamo aspettare dal report del prossimo anno? “Siamo stati capaci di mostrare molto del nostro lavoro in Riot, come ad esempio quello del team di Data Privacy & Security che protegge i dati dei nostri giocatori, o ad esempio il nostro progetto che stiamo sviluppando in Corea sulla cultura coreana”, ha raccontato Jeffrey Burrell. “Penso che l’anno prossimo possiate aspettarvi il racconto di molti più team interni perché rimaniamo un’azienda che lavora per essere riconosciuta come la più dedicata ai giocatori nel mondo: ed è un qualcosa su cui ogni singolo team di Riot si concentra”.
Per Patty Nishimura Dingle, infine, il prossimo report 2023 si concentrerà soprattutto sullo sviluppare le basi. “Nel 2022 ci siamo presi il tempo per continuare a costruire su solide fondamenta ciò che era già stato posizionato negli anni precedenti. Abbiamo posto l’accento sui nostri programmi di inclusione e diversità e sugli sforzi nella nostra strategie di impatto globale. Per il 2023 ci concentreremo sui nostri programmi di feedback e sui processi a essi legati .”