Il 14 settembre segna in Italia il ritorno a scuola dopo i mesi di didattica a distanza. Per il mondo esports oggi è invece il giorno di inizio ufficiale della stagione 2021 della Call of Duty League, la massima competizione di Call of Duty. Dopo l’abbandono dei cinque giocatori per squadre e il ritorno alle squadre composte da quattro, Activision annuncia un’altra storica rivoluzione: addio console, si passa al PC. L’intera scena competitiva professionistica si sposta per la prima volta su PC, lasciando però immutato l’utilizzo del controller.
Ogni giocatore potrà utilizzare un controller di propria scelta ma dovrà essere approvato dall’apposita commissione della Lega: un modo per permettere ai professionisti di usare il pad che meglio ottimizza il proprio stile di gioco pur mantenendo un controllo su quali possano essere usati o quali no.
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Cambia, ma non del tutto, anche la Call of Duty Challengers, la serie cadetta: i partecipanti avranno la possibilità di competere sia su PC che console a loro discrezione. Chiaro però il messaggio di Activision, la quale ha dichiarato che vigilerà attentamente sulle competizioni in cross platform e in particolare sugli hardware utilizzati, pronta a “imporre restrizioni se necessario.” Il riferimento è a coloro che tenteranno di utilizzare tastiera e mouse, non permessi: l’unico device utilizzabile rimane il controller. La scelta tra PC e console sarà tuttavia possibile solo per gli eventi online: tutti i tornei dal vivo saranno disputati solo ed esclusivamente su PC.
Ma perché cambiare piattaforma? È chiaro che un cambio di questo tipo è totalmente rivoluzionario, dato che Call of Duty è sempre stato il videogioco per eccellenza per console, così come la sua parte esports: è stata la prima lega in franchising del mondo console ed è sempre stata vista come una delle poche eccezioni al mondo esports su PC. Anche Call of Duty adesso si lancia su PC: e il perché è semplice. La console non apre a chissà quali quantità di sponsor con l’hardware interno che rimane immutato per anni. Scheda video, audio, scheda madre, processore e molto altro: un PC ha un potenziale sponsor o partner per ogni sua singola componente. E una lega professonistica ha bisogno di più sponsor possibili per diventare sostenibile. In particolare una competizione come la Call of Duty League che a causa del Covid-19 nel suo primo anno di attività ha dovuto rinunciare agli eventi dal vivo con una perdita incalcolabile di ricavi.
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