Saints Row recensione: storie di criminalità millennial

Il nuovo Saints Row è divertente da giocare ma, controller alla mano, sembra di trovarsi in un titolo vecchio di 15 anni, nel bene e nel male.

Quando Volition ha fatto sapere al mondo che avrebbe realizzato un reboot dell’ingnorantissima saga di Saints Row, si sono create immediatamente due fazioni: c’era chi voleva un titolo fedelissimo al passato e chi sperava in un’esperienza più innovativa, simile a GTA V. Il gioco che abbiamo provato fa contente e delude entrambe le fazioni.

Già dalla missione introduttiva è chiara una cosa: l’ignoranza della serie è sana e salva e permea ogni aspetto del gioco. L’editor di personalizzazione del personaggio è ricco di chicche e risate facili quindi vi divertirete non poco a creare il vostro Saint. Dopo qualche ora di missioni introduttive che spiegano il background della vostra crew e della città di Santo Ileso, inizierete a mettere in piedi il vostro impero criminale in una chiesa abbandonata.

Saints Row recensione: storie di criminalità millennial

A livello narrativo non aspettatevi colpi di scena rivoluzionari o una storia da premio oscar: le missioni sono rumorose e divertenti ma nulla di sorprendente. I 3 compagni di avventure (letteralmente i nostri coinquilini con cui dobbiamo pagare l’affitto) sono personaggi interessanti e bombastici ma poco sviluppati così come l’identità delle 3 fazioni nemiche. C’è la compagnia di sicurezza privata militarista, la gang latinx di super palestrati con i monster truck e un gruppo di raver anticapitalisti/anarchici che sembrano scappati da uno show dei Daft Punk.

Quello che sorprende di questo gioco è la sua identità profondamente millennial. I protagonisti si danno al crimine perché non riescono a pagare l’affitto, i nemici parlano di “late stage capitalism” come i tiktoker e la risposta della città ad ogni violenza è dare più fondi a una compagnia di sicurezza privata che non si fa problemi a uccidere decine di persone.

In questo Saints Row è sorprendentemente moderno, in tutto il resto è preoccupantemente antiquato.

Dal gunplay al sistema di guida passando per l’AI nemica, molti aspetti del gioco sembrano fermi al 2007. La gestione della maggior parte delle scene dinamiche è legnosa e trasforma spesso quelli che dovrebbero essere momenti wow in momenti di totale cringe. Particolarmente fastidioso (soprattutto su PS5 dove i tempi di caricamento dovrebbero essere inesistenti) uno schermo nero e vuoto tra la fine di una cutscene e il ritorno al gioco.

Saints Row recensione: storie di criminalità millennial

Giochi come Saints Row (e il suo padrino GTA), però, sono prima di tutto delle sandbox: grandi ambienti in cui vivere la vita di un criminale. Le attività non mancano ma la legnosità appena descritta peggiora con il passare del tempo e il diminuire del fattore wow. Una volta scoperte tutte le abilità (c’è un sistema di progressione a livelli che sblocca finisher creative) il combat perde quasi di significato perché le armi non hanno pesantezza. Col tempo finiscono per trasformarsi in un semplice strumento per colorare via la barra della salute dei nemici.

Ancora peggiore è il sistema di guida che in una mappa grande come Santo Ileso dovrebbe essere una delle colonne portanti del gioco. Le macchine si incastrano sui bordi della strada, il bottone per il “drift” funziona una volta su due ed è il fulcro del combat in macchina contro la polizia. Insomma, si vede che Volition ci ha messo tanta cura nel fare questo gioco ma alcune parti proprio non funzionano.

Saints Row recensione: storie di criminalità millennial

Nonostante i difetti Saints Row riesce a intrattenere in un modo che solo i vecchi videogiochi riescono a fare: garantendoti zero pensieri. L’obiettivo è chiaro, con due tasti le cose esplodono e le attività sono abbastanza varie da prevenire la noia. Se vi manca il vecchio modo di fare videogiochi e non avete né hardware d’epoca ne vecchi software, allora Saints Row potrebbe essere il gioco che fa per voi.

Se siete in burnout da GTA V e volete far passare il tempo dino a GTA VI, allora Saints Row vi terrà piacevolmente occupati. Non aspettatevi rivoluzioni, profondità o alti livelli tecnici, però, anche se il multiplayer è abbastanza divertente.

 

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