“Oggi gli esports vivono all’interno di regole stabilite dai publisher, la trasposizione di tutto questo nel sistema delle Olimpiadi lo vedo un lavoro molto arduo”. Così Marco Saletta, presidente IIDEA e general manager di Sony Interactive Entertainment Italia, durante il panel organizzato all’interno del Festival della Statistica e della Demografia, realizzato dalla Società Italiana di Statistica (SIS), dall’Istituto nazionale di statistica (Istat) e dalla Società Statistica “Corrado Gini” lo scorso finesettimana a Treviso.
All’incontro intitolato “Il mondo che verrà. Idee e misure per ripartire”, trasmesso in diretta streaming, ha partecipato anche l’amministratore di QLASH, Luca Pagano, mentre a moderare l’incontro ha pensato Alessio Crisantemi, direttore del nostro giornale e di Gioconews.it.
“Nel 2019 il settore dei videogame valeva 1 miliardo e 800 milioni – è stata l’introduzione di Marco Saletta, basata sui dati della ricerca realizzata da Idea in collaborazione con Nielsen nel 2019 -, quest’anno supereremo probabilmente i 2 miliardi. Una industria importante, che dà lavoro, intrattenimento, e tanta cultura. In Italia i videogiocatori sono circa 18 milioni, con una prevalenza di maschi, un picco nella fascia d’età dai 4 ai 25 anni (circa 4 milioni di italiani) e un tempo medio davanti di fruizione del gioco di circa 7 ore a settimana. Ma a causa del lockdown questi numeri del 2019 stanno crescendo”.
“La Generazione Z trova negli esports un modo di socializzare molto divertente – ha continuato Saletta -. Una passione che conta almeno 1,2 milioni di fan, ma l’effetto della pandemia ha fatto lievitare queste cifre, si stima, di almeno 20%. Un dato importante è che si tratta di un pubblico in prevalenza maschile, classe sociale medio alta, fascia tra i 21 e i 38 anni. Dati che fanno capire perché un’indusria che fa dei videogiochi il suo core business non può non guardare agli esports”.
Parlando di un settore che abbatte le diversità, appiattisce le barriere e si pone quasi come emblema dell’inclusività, perché “su una console, o su un pc, diventiamo tutti uguali“, Saletta ha detto poi la sua in merito alla questione relativa al riconoscimento degli esports in ambito sportivo, arrivando anche a parlare di Olimpiadi. “La questione è molto complessa – ha spiegato il numero uno di Sony Interactive Italia -, oggi gli esports vivono all’interno di regole stabilite dai publisher. Regole fate di fantasia, votata all’intrattenimento. Perdere l’anima di intrattenimento per noi potrebbe essere molto pericoloso, mentre trasporre le regole di un videogioco (i cui diritti di proprietà sono dei publisher) in un qualcosa di simile allo sport, la vedo una cosa molto complicata. Il publisher non può e non vuole rinunciare a una parte del gioco che ha creato – ha continuato Saletta -: quello che è importante per noi oggi è sapere che questa regolamentazione impatta sulla fantasia. E’ come dire a chi fa un quadro che deve stare all’interno ad alcune regole per andare al Louvre. Questa è una delle problematiche più complesse”.