Sardoche vittima di cyberbullismo: la condanna di Riot Games

L’ufficio parigino di Riot Games prende posizione contro il cyberbullismo, dopo la denuncia fatta dallo streamer Sardoche. Il gamer, qualche giorno fa, ha raccontato tutto quello che ha dovuto subire da due anni a questa parte, sfogandosi in streaming e su Twitter con la sua community.

Lo streamer ha spiegato di essere vittima di cyberbullismo, con molestie molto pesanti, tanto che alcuni internauti lo spingerebbero addirittura al suicidio. Spammato e molestato, il gamer ha sporto perfino alcune denunce, tre per l’esattezza.

La sua popolarità l’ha reso un bersaglio appetibile per i cyberbulli. Fattosi conoscere al grande pubblico soprattutto grazie a League of Legends, oggi Sardoche è un personaggio inconfondibile nell’ambiente francese degli esports: può vantare 400.000 follower su Twitter e quasi 700.000 su Twitch.

In seguito alla sua denuncia, Riot Games ricevuto forti pressioni dalla community, pressioni che hanno spinto l’ufficio parigino a rilasciare un comunicato stampa ufficiale, nel quale si condanna con forza il cyberbullismo, senza indugi, né ambiguità:

“Il cyberbullismo è un atto grave. Nessuno dovrebbe subirlo. Siamo sinceramente dispiaciuti di venire a conoscenza di questo tipo di situazioni nella nostra comunità di giocatori e giocatrici. Non esiste alcuna ragione, per noi, che possa giustificare tali atti, le cui conseguenze possono essere gravi. Se gli attacchi sono lanciati da dietro uno schermo, la sofferenza che producono non è virtuale.

Tutti possiamo combattere il cyberbullismo, parlando apertamente, condannandolo, sostenendo un amico che ne è vittima. Come editori di giochi online, abbiamo anche noi un ruolo da svolgere. Non è tollerabile che chi gioca ai videogiochi per divertirsi, rilassarsi o allenarsi per progredire, veda la sua esperienza rovinata da comportamenti dannosi. Non è tollerabile che fenomeni che mettono in discussione l’integrità competitiva di un gioco, come lo “stream-sniping”, esistano. Non è tollerabile che una parte dei giocatori e delle giocatrici venga molestata al di fuori dei nostri giochi.

Come abbiamo spiegato al rilascio di Valorant e, più di recente, attraverso numerosi articoli sul sito web ufficiale di League of Legends, la tossicità è un argomento che deve essere inserito ancora più in alto di quanto non lo fosse prima nell’elenco delle nostre priorità. Nelle prossime settimane miglioreremo il sistema di segnalazione di League of Legends e lavoreremo soprattutto per rilevare in modo più efficace i comportamenti dannosi su League of Legends e Valorant.

Per maggiori dettagli sulle modifiche che stiamo per apportare al gioco, non esitate a leggere i nostri vari articoli sull’argomento. Continueremo a tenervi al corrente dei nostri progressi e speriamo che l’esperienza comune alle nostre community, che sia nel gioco o fuori dal gioco, torni rapidamente ad essere ciò che dovrebbe essere: un momento d’arricchimento”.

Il comunicato fa seguito a un inasprimento delle sanzioni nei confronti di chi, con il suo comportamento anti-sportivo, rovina le partite, progetto già iniziato da Riot Games prima della denuncia di Sardoche e che ora è destinato a fare ulteriori progressi per proteggere i giocatori corretti.

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