Satisfactory è tanto strano quanto divertente: recensione

Dopo quattro anni di early access abbiamo provato la versione 1.0 di Satisfactory ed è un gioco tanto strano quanto divertente.

Ci sono momenti nella vita in cui c’è bisogno di controllo, di quella sensazione per cui va tutto secondo i piani e non c’è un imprevisto in vista. Satisfactory, un curioso ibrido tra fps e manageriale appena uscito dall’early access con la sua versione 1.0, è in grado di regalare proprio questa sensazione.

Nei panni di un impiegato della Ficsit (un gioco di parole sulla frase inglese “fix it” che significa aggiustare) sarà il vostro compito domare la natura del pianeta Massage-2(AB)b esplorando la mappa open world da 30 chilometri quadrati per trovare ed estrarre le preziose risorse nascoste sotto la superficie.

Satisfactory

Queste, poi, vanno raccolte, trasportate, raffinate e sottoposte a tutta una serie di altri processi industriali nella vostra fabbrica. Questo significa nastri trasportatori, chilometri di rilassanti nastri trasportatori per muovere i solidi (meglio usare i tubi per i liquidi), di strade per i camion e di ferrovie per i treni.

Il sistema di costruzione della propria fabbrica perfetta è il cuore di Satisfactory e il gioco vi offre una miriade di strumenti per la progettazione e la realizzazione (molto soddisfacente) di tutti i componenti, dai muri alle strutture. Tutto questo anche in cooperativa per costruire la vostra fabbrica dei sogni.

Oltre ai mezzi per muovere i prodotti ci sono quelli a vostra disposizione per costruire ed esplorare: jetpack (i nostri preferiti), macchine, hypertube e persino dei trampolini. Satisfactory, poi, diventa un fps quando arriva il momento dell’esplorazione perché la fauna locale non è esattamente entusiasta della vostra impresa mineraria.

Satisfactory

Ci sono diversi pericoli da affrontare nella forma di forme di vita più o meno minacciose e tanti strumenti di distruzione ispirati a ciò che normalmente si vede in una fabbrica. Il bello della versione 1.0 appena uscita, però, è il rapporto che questo gioco ha con la narrativa. Per tutto il periodo di early access, infatti, Satisfactory non ha avuto una storia, è rimasto un builder “tradizionale” con le sue moltissime opzioni disponibili.

Ora che l’abbiamo provato nella sua versione definitiva, possiamo dire che una storia non solo ci voleva ma è stata implementata molto bene all’interno del gioco. Non c’è una campagna principale o delle cutscene ma, progredendo fino a raggiungere le assurdità della Tecnologia Quantistica (il livello massimo sviluppabile) affronterete una storia più intricata del previsto.

Questa, poi, è direttamente collegata all’endgame, la seconda grande aggiunta che fa di questa versione una vera 1.0. Non vi spoilereremo i contenuti perché rappresentano l’apice di tutte le fatiche che si fanno a progettare e a difendere le vostre fabbriche. Sappiate solo che ci sarà da sudare per arrivare a completare davvero questo gioco.

Satisfactory

Satisfactory è un’esperienza senza fronzoli: ha tante cose da fare con diversi gradi di complessità e uno scopo estremamente concreto. C’è della ripetitività intrinseca al genere ma anche una discreta boccata d’aria fresca grazie ai momenti esplorativi e di scoperta delle novità.

Quando gli ingranaggi messi in fila in questi quattro anni di early access (preceduti da altri quattro anni di sviluppo), si muovono tutti insieme, Satisfactory è un gioco intrinsecamente divertente. Bisogna amare il genere per apprezzarlo a pieno visto che è pensato per soddisfare proprio il bisogno di ordine intrinseco nel gameplay, ma ci sentiamo di spingerci un po’ oltre nel dire che questa esperienza potrebbe rivelarsi insospettabilmente rilassante anche per chi si è tenuto alla larga dai manageriali-gestionali, principalmente grazie alla visuale in prima persona. Essere immersi nelle proprie creazioni e andare di persona a prendersi le risorse fa davvero la differenza rispetto alla visuale isometrica tipica dei videogiochi gestionali.

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