Brandon “BC” Carr e Troy “Canadian” Jaroslawski, rispettivamente coach e player dei Dark Zero, si raccontano a EsportsMag.
Di Riccardo Lichene e Massimiliano Dipasquale
L’avvio non è stato dei migliori in questo Six Invitational di Rainbow Six Siege per i Dark Zero. Il passo falso contro gli Elevate per 2-0 (7-4 Kafe Dostoyevsky e 8-7 su Chalet) ha scombussolato i piani di Canadian e compagni, che hanno saputo trovare la giusta reazione con i BDS grazie al 2-1 finale (8-6 Costa, 4-7 Villa e 8-6 Kafe Dostoyevsky). “Abbiamo iniziato lentamente è vero – le parole di Brandon “BC” Carr, coach dei DZ ai nostri microfoni -, ma nelle prove e nelle sessioni di pratica eravamo molto carichi e molto efficaci. La vittoria sui BDS, però, ci ha galvanizzati: ci è piaciuta e ci ha caricati, sono un po’ in difficoltà loro. Gli Elevate sono un buon team ma noi siamo stati le cavie per testare il loro playstyle. Dopo il nostro game tutti hanno bannato Jackal e continueranno a farlo. Siamo cambiati molto dall’ultimo Major, cerchiamo di divertirci di più, sfruttare la nostra esperienza e migliorare come gruppo. Abbiamo trovato avversari molto validi e un campo di gioco molto ben livellato. Vincere è stato fondamentale, non solo per i punti ma come banco di prova per testare il nostro modo di reagire alle situazioni critiche”.
L’attenzione dei Dark Zero, intervistati in maniera del tutto esclusiva per l’Italia da noi di Esportsmag, successivamente si è concentrata proprio sugli Elevate. Potenzialmente, l’APAC è considerata la regione meno competitiva rispetto a Nord America, Europa e LATAM. Puntualmente, però, nelle grandi competizioni gli equilibri vengono sovvertiti. “Nessuno – ha proseguito BC – si aspettava una vittoria degli Elevate contro di noi. È il loro stile di gioco imprevedibile a creare qualche problema di troppo. La maggior parte dei team segue un copione molto preciso: raccolgono informazioni e agiscono. Gli Elevate attendono la mossa dell’avversario e si adattano. Abbiamo imparato qualcosa in più da questa sconfitta”.
Map 1 goes to @DarkZeroGG, one more to go! #SixInvitational pic.twitter.com/Ujn5qbTR6v
— Rainbow Six Esports (@R6esports) February 9, 2022
Nei Dark Zero, intanto, c’è un player che il Six Invitational l’ha già vinto. Ovviamente il riferimento è per Troy “Canadian” Jaroslawski, vincitore con gli Spacestation Gaming nel 2020. Dopo aver abbandonato la scena in maniera momentanea, l’ex Evil Geniuses ha deciso di tornare protagonista nelle competizioni di Rainbow Six e di sposare il progetto Dark Zero. “Ci sono stati molti motivi che mi hanno allontanato da Siege – ha ammesso Canadian -, quando l’ho fatto però non ho mai usato la parola ritiro. Avevo perso, però, la passione e quel fuoco che ti brucia dentro quando giochi. In più non ero molto felice per quanto riguardava la mia vita, come stavo e dove ero diretto. Mi serviva del tempo per riposarmi e prendere delle decisioni, lontano dalla pressione della competizione e lontano dal gioco. Rimettendo le cose insieme ho capito quanto mi mancava essere parte di una squadra ed essere al centro di una competizione internazionale. Lo avevo dato per scontato nel passato e non averlo più mi mancava, questo mi ha portato ad apprezzarlo di più. Ora mi prendo cura di me stesso per essere sempre al mio meglio e apprezzare ogni momento questa professione”.
Sugli obiettivi dei Dark Zero per il Six Invitational, invece, Canadian non ha dubbi: “Nel nostro primo match non ci siamo piaciuti – conclude – ma contro i BDS ci siamo ripresi. A decidere molte delle nostre vittorie sono stati i clutch round. Imparare ad adattarsi in fretta e a cambiare protocollo d’azione è stato fondamentale per noi. È stato importante anche il ruolo dei nostri coach che spesso si sono invertiti nel ruolo di player e di allenatore. Ognuno ha le sue specialità, c’è chi si concentra sulla strategia di round in round e di partita in partita, mentre c’è chi si specializza nella strategia più generale. Il nemico numero uno siamo noi stessi perché dobbiamo restare concentrati e sul pezzo. Ci presenteremo e daremo il massimo a ogni match, possiamo battere tutti qui e certamente non temiamo nessuno”.