Proposto da Leonardo Interactive, il nuovo polo del videogioco Made in Italy prova a rispondere a una tendenza in crescita esponenziale.
Grazie ai risultati degli ultimi anni sia a livello di produzioni videoludiche che di eventi legati al settore, appare chiaro come l’Italia stia vivendo una sorta di Risorgimento dell’industria del videogioco. L’identità nazionale all’interno di un settore globale è ormai palese, come ha sancito anche la recente edizione del First Playable organizzato da Iidea.
Leonardo e il videogioco
Ed è proprio il rapporto annuale di IIDEA, l’associazione di categoria dell’industria dei videogiochi italiana, ad attestare il definitivo passaggio da una realtà fatta di start up a una di piccole e medie imprese: il numero degli addetti è cresciuto del 50% in due anni arrivando a coinvolgere nella produzione di videogiochi 2.400 professionisti, mentre il fatturato generato nel 2022 si aggira tra 130 e 150 milioni di euro registrando un incremento del 30% rispetto all’anno precedente, che fa ben sperare per il futuro.
Testimone di questa tendenza è sicuramente Leonardo Productions, lo studio di sviluppo indipendente dalle radici italiane che dopo il successo di Dry Drowning, visual novel investigativa ambientata in un universo distopico, ha amplificato le proprie energie fino a esplorare nuovi orizzonti creativi. Dedizione e sperimentazione hanno così portato alla creazione di Shattered Heaven, attualmente in early access su Steam, un roguelike strategico con combattimenti in stile card game.
Il nuovo dell’industria dei videogiochi Made in Italy
Alla regia c’è Leonardo Interactive, publisher romano attualmente impegnato anche nello sviluppo dell’atteso Daymare 1994: Sandcastle, prequel del noto Daymare: 1998 in arrivo il 30 agosto. È con queste ottime premesse che a Spoleto (Perugia), su una collina del polmone verde d’Italia, Leonardo Francesco Caltagirone, ceo di Leonardo Interactive, ha lanciato un think tank che riunisce protagonisti ed esperti del settore e che mira a diventare l’appuntamento annuale del polo italiano del gaming: “Abbiamo un obiettivo comune: consolidare e promuovere l’industria dei videogiochi in Italia”.
“Per farlo è necessario che sviluppatori, artisti, studios e tutti coloro che sono coinvolti nella produzione di videogiochi possano collaborare, imparare e prosperare, per diventare un punto di riferimento quando si parla di innovazione, creatività ed eccellenze nel settore del gaming globale”, ha commentato Caltagirone. “Serve quindi una casa per tutti coloro che amano i videogiochi e vogliono farne parte attivamente, un luogo dove le idee si trasformino in realtà, un appuntamento fisso dove l’ispirazione viene coltivata e i talenti valorizzati. Facciamo il primo passo per contribuire tutti insieme a posizionare l’Italia come un importante hub per l’industria dei videogiochi a livello internazionale”.
Il potenziale italiano
Ad intervenire anche Carlo Bianchi, coo di Leonardo Productions: “L’Italia ha un grande potenziale nel settore dei videogiochi, con una ricca storia culturale, un patrimonio artistico unico e un’industria creativa in continua crescita. Dobbiamo valorizzare e promuovere l’identità italiana anche attraverso i videogiochi, creando nuove esperienze di gioco apprezzate in tutto il mondo”.
A fargli eco, infine, Davide Mancini, Developer Relations Manager di IIDEA: “L’industria italiana dei videogiochi è ancora di piccole dimensioni, ma sta vivendo una fase di crescita con significative opportunità di sviluppo, in uno scenario di mercato internazionale di grande competitività. La produzione nazionale, naturalmente votata all’export, ha tutte le carte in regola per diventare una nuova frontiera del Made in Italy, culturale, creativo e digitale”.