Street Fighter 6: la recensione di un capolavoro esports

Street Fighter 6 è destinato a portare nel mainstream esportivo i picchiaduro in 2D

Street Fighter 6 è fatto talmente bene che potrebbe essere in grado di portare la scena competitiva dei picchiaduro nel mainstream non solo degli esport ma dei videogiochi in generale, come League of Legends ha fatto con i MOBA. Street Fighter 6 è accessibile, stratificato, bello da vedere, semplice da approcciare e incredibilmente difficile da padroneggiare, la ricetta per l’esport perfetto.

Il primo passo nel cammino che ha portato Capcom dal difficile lancio del quinto capitolo alla gloria del sesto è senza dubbio il nuovo sistema di comandi che ha semplificato enormemente il gameplay. Prima per portare a casa combo e attacchi speciali bisognava usare per forza delle sequenze di input, anche molto complesse, che richiedevano rotazioni del joystick o combinazioni difficili da ricordare. Ora Street Fighter ha, a fianco del sistema classico, un nuovo modello moderno basato sulla combinazione in input. Ogni cosa è istantanea, non più sequenze ma singoli pulsanti (o loro combinazioni) uniti a una direzione della levetta. Un sistema facile da imparare che mette chiunque nella condizione di padroneggiare le basi in meno di un’ora. Questo singolo cambiamento è fondamentale anche perché ha completamente rimosso l’aura di inaccessibilità ed esagerata complessità che Street Fighter aveva come serie di videogiochi. Un’innovazione del genere aprirà le porte a decine di migliaia di nuovi fan che dopo il tutorial potranno già iniziare a gareggiare online se lo vorranno.

Il secondo elemento che renderà grande Street Fighter è il suo rinnovato stile grafico che accompagna i colpi caricati e le mosse più forti con scie ed esplosioni di vernice coloratissime. Questi elementi visivi aggiungono al combattimento un ulteriore strato di spettacolarità tanto per chi gioca, che vede le sue combo evidenziate ed enfatizzate, quanto per chi guarda. Sottolineare con un accento grafico un momento importante del combattimento va a beneficiare tanto lo spettacolo quanto l’accessibilità della scena competitiva. Gli spettatori e in particolare i novizi, infatti, vengono guidati dal commento dei caster e da queste linee grafiche che usano i colori per descrivere cosa sta succedendo. In alcuni momenti particolarmente concitati, poi, anche il tempo rallenta per sottolineare un’azione o una contromossa particolarmente azzeccate.

L’altra grande critica che è stata mossa a Street Fighter V è stata quella che nel gioco c’era poco da fare. Capcom ha risolto anche questo problema sviluppando una divertente avventura per giocatore singolo. Nella modalità World Tour, infatti, potrete creare il vostro combattente da zero e imparare l’arte della lotta di strada da dei maestri che altri non sono se non i personaggi principali di Street Fighter 6. Questa modalità fa da tutorial mascherato a quasi tutto il cast del gioco perché progredendo con la storia i giocatori apprendono lo stile di ciascun maestro. Così è possibile allenare i pugni di Luke e i calci di Chun-Li in un ambiente non competitivo e con una progressione chiara prima di affrontare i combattimenti classificati in rete. Grazie a Street Fighter VI non c’è mai stato un momento migliore per avvicinarsi al mondo dei videogiochi di combattimento.

Street Fighter 6: la recensione di un capolavoro esports

La magia di Street Fighter, però, sta nelle sue radici arcade e in due amici su un divano che se le danno di santa ragione per pomeriggi interi. La modalità World Tour è un meraviglioso concentrato di divertimento e stranezza giapponesi mentre le partite online tireranno fuori il meglio di voi e faranno nascere qualche nuova stella degli esport. Il motivo numero uno per cui Street Fighter 6 è un capolavoro è che è talmente facile da imparare che in un pomeriggio un gruppo di amici può mettere su un torneo e divertirsi anche se nessuno ha mai toccato il gioco. Il tutorial con le basi dura 10 minuti e in men che non si dica tutti hanno imparato il gioco e possono iniziare a combattere. Lo spirito da picchiaduro arcade è vivo e vegeto in questo nuovo street fighter ed è la ragione più importante per cui non può mancare nelle vostre console e sui vostri computer.

É anche da questa magia, dalle rivalità tra fratelli e cugini e dallo spirito competitivo feroce che picchiaduro come SF6 tirano fuori dai giocatori che nascono i giovani eatleti e l’uscita di qeusto nuovo capitolo non fà eccezione: anche in Italia ci sarà chi tenterà la via delle competizioni. Se le organizzazioni esportive e le istituzioni come la eFITA (la nazionale esportiva della Federazione Italiana Taekwondo che ha appena festeggiato il quarto posto al Tekken World Tour del suo atleta di punta Daniel “Danielmado” Madonia) supporteranno anche gli astri nascenti del Bel Paese su Street Fighter 6, potremo ben presto avere una schiera di nuovi campioni di cui vantarci sul panorama globale.

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