Tra politica e attori del settore esports si muovono anche gli studi legali che provano a dire la loro su quanto accaduto.
Il sequestro amministrativo delle sale Lan, ormai conosciuto come langate, ha aperto il classico vasi di pandora sul mondo esports, inteso sia come intrattenimento che come competizione. Dalla politica all’imprenditoria tante voci si sono espresse in merito, sia tra coloro che conoscono bene il settore sia per coloro che ne sono rimasti attirati dato il grande clamore mediatico che la notizia ha suscitato. La questione è arrivata persino al governo con la risposta del sottosegretario al Ministero di Economia e Finanza Federico Freni che ha auspicato persino un intervento in accordo con il Coni per disciplinare il settore, delle sale Lan ma non solo.
Il parere legale
Secondo quanto riportato attraverso un lungo resoconto sul proprio sito web, lo studio legale Messina & Partners ritiene illegittima la chiusura delle sale lan e l’apposizione dei sigilli alle macchine, giustificando la propria teoria partendo dal fatto, palese a tutti, che il settore “soffre di un vuoto normativo che meriterebbe l’intervento da parte del Legislatore ordinario. La normativa è rinvenibile all’interno dell’art. 110 del TULPS (oggetto di successive integrazioni) il quale disciplina in modo particolarmente rigoroso l’iter che conduce al rilascio delle autorizzazioni – da parte delle preposte autorità – per l’apertura al pubblico di sale per lo svolgimento per <<bigliardi o per altri giuochi leciti>>”.
Le autorizzazioni necessarie
Lo studio Messina prosegue la disamina della questione ponendo l’accento sulle autorizzazioni necessarie in Italia per avviare un’attività di questo tipo, sottolineando che la legge ne prevede due diverse tipologie: “la prima (che è rilevante nel caso che ci occupa) consente l’avvio di attività ove vengono utilizzate apparecchiature che prevedano l’inserimento (o meno) di una moneta da parte dell’utente, e che NON consentono all’utente medesimo di poter competere per la vincita di un premio in danaro. Quindi si tratta di apparecchiature che NON consentono all’utente (perché non lo prevedono) di poter accedere a giochi con vincite in danaro (scommesse) o che prevedano il ricorso al gioco d’azzardo. In tale ipotesi, a parere di chi scrive, potrebbe rientrare anche l’utilizzo delle apparecchiature in analisi, ovverosia le postazioni PC e console videogiochi oggi presenti nelle Sale LAN, che così potrebbero essere autorizzate dalle autorità competenti grazie ad un iter più semplice e snello, rispetto a quello cui si sottopongono tutte gli esercizi commerciali ove viene offerta l’opportunità di effettuare delle scommesse e ottenere delle vincite tramite il gioco.”