Tekken 8 non è solo un ottimo picchiaduro che onora le sue radici, è anche uno dei migliori per avvicinarsi a questo mondo.
Abbiamo provato in anteprima Tekken 8 in tutte le sue parti e se sapevamo che avremmo avuto tra le mani un ottimo picchiaduro già dalle prove precedenti, non ci aspettavamo un progetto così rifinito, sfaccettato e accessibile per i nuovi giocatori.
La nostra esperienza è iniziata con la modalità storia che, al contrario di molti altri videogiochi, non fa da tutorial ma è pensata (vista anche la poca presenza di filmati introduttivi e una narrazione che comincia in medias res) per i fan storici che vogliono sapere come vanno avanti le vicende dei protagonisti. L’esperienza introduttiva di Tekken 8 è l’Arcade Quest, una modalità di gioco che ha come protagonista l’avatar dell’utente mentre cerca di farsi largo nella scena competitiva locale, nazionale, regionale e mondiale di Tekken 8.
Abbiamo trovato quest’idea davvero efficace perché non solo è un modo credibile per portare un completo novizio a sperimentare con i personaggi, le tecniche, le combo e le strategie di Tekken, ma spiega in modo dettagliato le dinamiche del mondo competitivo di questo esport nel suo ambiente naturale: la sala arcade. Ogni capitolo e ogni partita di questa storia, infatti, si svolgono in una sala giochi o a un torneo in cui si compete su moderni cabinati, il sogno di molti veterani del picchiaduro firmato Bandai Namco.
Il bello dell’arcade quest è che introduce un concetto alla volta, spiegando le nuove dinamiche di gestione delle barre del potere e tutti i fondamentali per orientarsi tra le combo. In più è possibile studiare sia il sistema di comandi tradizionale, sia quello più diretto e automatizzato pensato per facilitare le combo. A livello di sviluppo narrativo la storia raccontata è molto classica: il giocatore veste i panni di un novizio appena arrivato all’arcade, c’è un gruppo di compagni con vari livelli di esperienza e un maestro di Tekken che fa loro da mentore. Un bel giorno si presenta un fortissimo giocatore snob e spocchioso che sfida tutti ad essere degni avversari per lui. Così nasce la rivalità che probabilmente (abbiamo provato solo i primi capitoli) manderà avanti il resto della quest. Durante il viaggio, poi, si possono sbloccare personalizzazioni per il proprio avatar.
La nostra principale preoccupazione dopo i primi test è stata messa a tacere e in un modo non solo inaspettato ma che dovrebbe essere preso a modello dal resto dell’industria. Per quanto riguarda il resto del gioco, poi, non potremmo essere più soddisfatti. La modalità storia è esagerata e cinematografica come in passato e manda avanti lo scontro tra Jin Kazama e Kazuya Mishima. I cattivi hanno trovato l’ennesima scusa per organizzare un torneo globale di arti marziali e i buoni, come è logico, sono ancora convinti che il modo migliore per conoscersi sia fare a botte. Un aspetto davvero intrigante che abbiamo visto è che ciascun personaggio del cast globale di questa avventura parla nella sua lingua madre, un tocco di stile che dà una discreta profondità all’esperienza.
La maggior parte del nostro tempo, poi, l’abbiamo passata nella modalità versus per provare la versione definitiva di ciascuno dei 32 personaggi che uscirà al lancio con il gioco. Due combattenti ci hanno colpito per motivi diversi: Claudio e Azucena. Il personaggio italiano è un esorcista parte di un gruppo di potenti maghi che usano la luce di Sirio per combattere il demonio quindi, non appena ha appreso dello scontro tra Jin e Kazuya si è messo all’opera. Dei personaggi che abbiamo giocato, lui è il più divertente sia a livello di meccaniche sia per quanto riguarda lo stile grafico che si ispira all’estetica dell’astrologia. Azucena, invece, potrebbe essere il personaggio più forte di Tekken 8 perché controlla perfettamente la sua posizione sul campo di battaglia ed è difficilissimo trovarla impreparata.
In fase di recensione andremo ancora più a fondo in termini di usabilità, approcciabilità e longevità delle molte modalità presenti (tra cui la famosa Tekken Ball), per ora non possiamo che complimentarci con Bandai per aver reso quest’ultimo capitolo il Tekken più accessibile di sempre a riprova del fatto che stiamo vivendo il miglior anno di sempre per avvicinarsi ai picchiaduro.