Verso la franchigia: nuovi dettagli sul futuro di Call of Duty

Il 2020 rappresenterà un nuovo inizio per la scena competitiva di Call of Duty. Il prossimo  sarà l’anno dell’introduzione della franchigia sul modello NBA o, per citare un esempio più calzante, come la ormai avviata Overwatch League, da due stagioni tra le competizioni più seguite e con il calendario già rivelato per la terza. Quando Activision, publisher sia di Overwatch con Blizzard, che di Call of Duty, ha annunciato l’introduzione del nuovo modello di competizione, diversi giocatori hanno iniziato a chiedersi quale sarebbe stato il loro futuro. In particolare i giocatori non professionisti hanno visto improvvisamente chiuse le loro opportunità di carriera: perché con una lega chiusa senza promozioni è necessario dire addio al sogno di diventare qualcuno. O, in ogni caso, lo rende esponenzialmente più complicato.

Mentre il livello dei giocatori professionisti non è in discussione, e senza alcun dubbio molti degli attuali competitor si ritroveranno l’anno prossimo in una franchigia della nuova lega, ci sono migliaia di giocatori dilettantistici che desiderano provare di essere i migliori. Il silenzio di Activision non ha certo aiutato, fino a poco tempo fa apparentemente senza un piano per i giocatori che costituiscono la vera comunità competitiva di Call of Duty. Silenzio interrotto il 21 agosto con le prime parole di rassicurazione pronunciate dall’azienda su Reddit: 

“Siamo consapevoli dell’importanza di un percorso Path to Pro nella scena competitiva di Call of Duty. Continueremo pertanto a sostenere il più possibile le competizioni non-professionistiche, sia online che con tornei Open in varie città del mondo con montepremi dedicati.”

Il primo e più importante punto della dichiarazione di Activision riguarda il supporto anche per il 2020 delle competizioni minori. I famosi tornei open bracket, tanto apprezzati e seguiti dalla community, continueranno a esistere con una doppia funzione: da un lato permettere ai giocatori non professionisti di accedere ugualmente a un certo livello di montepremi; dall’altro fungeranno da scouting per le squadre della lega alla ricerca di nuovi talenti e giocatori da inserire nei loro roster. È un tipo di percorso che unisce il valore simbolico delle LAN di Call of Duty a un futuro da giocatore professionista: simile, in questo, a quanto successo a Ronaldo “Wartex” Lavado, il primo italiano a partecipare alla Pro League. Una volta raggiunta la cima, tuttavia, ci saranno più tutele legali e contrattuali: un aspetto da non sottovalutare. 

La seconda parte della dichiarazione riguarda invece il collegamento diretto tra i team professionistici, nel frattempo saliti a nove quelli ufficialmente annunciati, e i tornei Open Bracket. Nonostante la divisione rimanga netta, Activision prevede che ogni franchigia possa schierare fino a due dei suoi giocatori sotto contratto nella formazione titolare del proprio team amatoriale. Partecipando, di fatto, al Path to Pro nonostante siano già “pro”. Un meccanismo che in realtà risolve diversi problemi: in particolare permette alle franchigie di tenere ugualmente impegnati eventuali esuberi, o di apportare modifiche ai titolari senza silurare le riserve, risultando più duttili nelle scelte tecniche, e ai giocatori amatoriali di poter competere con i professionisti, sia con che contro, rappresentando una reale opportunità di crescita. Un sistema simile a quello utilizzato da Riot Games su League of Legends, sia all’LCS che nella LEC in cui i giocatori sono addirittura totalmente liberi di giocare nel team principale o in quello secondario nelle rispettive leghe regionali di appartenenza.

Call of Duty si avvia verso una piccola, e al tempo stesso grande, rivoluzione. E non è detto che le rivoluzioni non siano in realtà delle evoluzioni positive. Chi ne pagherà maggiore dazio saranno tuttavia le squadre minori, piuttosto che i giocatori. Perché se un player potrà ancora ambire a raggiungere i massimi livelli competitivi, una squadra con la sola bravura ma senza elevata copertura finanziaria non avrà la possibilità di accedere alla più importante competizione di Call of Duty. 

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