Vietnam, niente mondiali: il Covid-19 frena le squadre

Se un minimo di normalità sembrava potersi rivedere anche nell’esports di League of Legends con l’arrivo dei mondiali, giunti alla decima edizione, gli strascichi dell’emergenza Covid-19, mai realmente sopita, rimettono tutto in discussione. Delle 24 squadre partecipanti ai Worlds2020, secondo quanto riportato dal sito vietnamita Gamek prima e da ESPN poi, due avrebbero deciso di rinunciare alla competizione a poco meno di un mese dall’inizio: si tratta delle rappresentative del Vietnam, regione diventata competitiva autonoma appena tre anni fa grazie agli ottimi risultati maturati a livello internazionale con l’exploit del Mid-Season Invitational 2018. La ragione è semplice ed egualmente drammatica: la due squadre hanno timore che, una volta giunti in Cina, sede dei mondiali, potrebbero rimanere lì bloccati senza possibilità di tornare in patria a causa delle stringenti misure di sicurezza sanitaria messe in campo in questi mesi dal governo di Hanoi, celebrato in tutto il mondo come uno degli esempi più virtuosi nella lotta al coronavirus.

Secondo quanto riportato dai dati di ITA – ICE, Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, all’1 agosto 2020 il Ministero della Salute del Vietnam ha confermato un totale di 586 casi, di cui 143 nella capitale, con appena 3 deceduti. Un risultato temporaneo raggiunto con la sospensione dell’ingresso in Vietnam di tutti gli stranieri a partire dal 22 marzo scorso che ha permesso di registrare un significativo periodo di tempo senza trasmissione e senza decessi. Periodo che tuttavia si è arrestato tra fine luglio e inizio agosto con alcuni importanti focolai partiti dalla città di Danang: i contagi sono improvvisamente schizzati raggiungendo quota 1.044, quasi il doppio dei casi avuti fino a quel momento. A far paura al governo sono stati però i decessi, passati da 3 a 34 nell’arco di poche settimane

Il governo ha quindi deciso di stringere nuovamente le maglie degli ingressi, inclusi i ritorni dei propri cittadini, limitando quelli provenienti dai paesi più a rischio come Stati Uniti e Brasile. Nonostante allo stato attuale la Cina non rappresenti un paese focolaio, con appena lo 0,02% di incremento giornaliero nei casi, le due squadre vietnamite temono l’evolversi della situazione nel prossimo mese. I Worlds2020 inizieranno il 25 settembre per terminare il 31 ottobre e si disputeranno in una probabile “bolla” isolata dall’esterno, senza pubblico e con ingressi riservati solo agli addetti ai lavori. Riot Games è infatti a stretto contatto con il governo cinese e la città di Shanghai, che non vuole assolutamente rinunciare a ospitare i mondiali, per minimizzare il rischio di contagi e garantire la massima sicurezza a tutti i partecipanti, inclusi coloro che arriveranno dalle zone più a rischio. 

Se è massimo l’impegno di Riot Games affinché tutti i giocatori qualificati possano ottenere il visto per l’ingresso in Cina, nulla può ovviamente garantire per il loro ritorno in patria una volta conclusa l’esperienza mondiale. A farne le spese saranno le due squadre di Hanoi: il Team Flash Vietnam, già qualificati per la Grand Final della VCS – Vietnam Championship Series, il massimo campionato nazionale, e una tra GAM Esports ed Evos Esports, finaliste nel loser bracket. Secondo le indiscrezioni giunte a ESPN, Riot Games non avrebbe in ogni caso intenzione di sostituire le due squadre, preferendo più semplicemente realizzare un mondiale a 22 squadre anziché 24. Una magra consolazione per il Vietnam, ormai riconosciuta come una delle regioni più competitivi negli esports e su League of Legends. La conferma quest’anno è arrivata anche dal crescente appeal del campionato che ha convinto alcuni appassionati a realizzare il canale Twitch, non ufficiale, della diretta delle partite in inglese. Con un pizzico d’Italia: dell’ultima trasmissione ha fatto parte anche il nostro Andrea “Clockwork” Barresi come opinionista. 

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