Wrath of the Lich King Classic recensione: ritorno a Northrend

Gli MMORPG sono cambiati molto da quando World of Warcraft ha fatto il suo debutto e ci sono poche espansioni (no non parleremo di Cataclisma) che hanno segnato la storia non solo del titolo Blizzard, ma di tutto il genere, come Wrath of the Lich King.

Ora il re dei Lich è tornato grazie a World of Warcraft Classic con l’obiettivo dichiarato di voler catturare l’atmosfera retrò dei primi MMORPG. Wrath of the Lich King Classic vuole restare fedele al suo passato ma anche imparare dai suoi errori per restituire un’esperienza genuinamente retrò ma ancorata alla modernità.

Wrath of the Lich King Classic recensione: ritorno a Northrend

Uno dei modi con cui WotLK vuole raggiungere questo obiettivo è, paradossalmente, escludendo alcune funzionalità come il Dungeon Finder. Questa funzione non tornerà in Wrath of the Lich King Classic, nonostante sia disponibile nella sua versione originale. “Stiamo pianificando di apportare miglioramenti anche al Group Finding”, ha spiegato Brian Birmingham programmatore senior di Blizzard e autore dell’espansione originale. “Non vogliamo che questi miglioramenti facciano in modo che verrete automaticamente inseriti in un gruppo di persone senza parlare con loro, e non lo vogliamo farvi teletrasportare automaticamente nel dungeon”.

Questo perché nell’opinione di moltissimi fan dell’esperienza originale di WoW, queste funzioni privavano il gioco del suo elemento sociale ed esplorativo. Dopo una settimana in compagnia della beta di WotLK posso rassicurare i veterani che in questa espansione di World of Warcraft Classic si sentiranno come nel 2008, nel bene nel male.

Wrath of the Lich King Classic recensione: ritorno a Northrend

La vera domanda che mi sono posto affrontando questa beta, però, è un’altra: questa espansione gigantesca è uno di quei classici che vale la pena recuperare? La risposta che mi sono dato è Si, ma dovrete essere molto pazienti.

MMO è sinonimo di Grind, su questo non ci sono dubbi. World of Warcraft ne ha parecchio, il problema è che se venite da videogiochi rilasciati negli ultimi 7-8 anni  . La storia è incredibile, le ambientazioni restano tra le più belle (e vive) che i mondi online abbiano mai visto e l’endgame ti fa sentire come se ogni maledetta ora passata a fare le solite missioni sia valsa la pena perché i raid e le dungeon da 5 giocatori sono qualcosa di incredibile.

Arrivare al livello 80, soprattutto se iniziate da zero, è lungo, divertente, ma davvero lungo. Arrivare a comprendere in modo approfondito il sistema dei comandi, la gestione dell’inventario, della progressione e delle quest, poi, è davvero tedioso. La ricompensa per le vostre fatiche, però, è grande: il mondo di gioco cambia intorno a voi, scoprirete armature, cavalcature e armi magnifiche e non riuscirete a non innamorarvi del continente di Northrend.

Wrath of the Lich King Classic recensione: ritorno a Northrend

Io ho scelto il cammino dell’Elfo di Sangue, una classe che raccomando a tutti i maghi assetati di oscurità che leggono queste righe. Ai più temerari non può sfuggire quella che, all’uscita, è stata una delle classi più entusiasmanti dell’universo di WoW: i Cavalieri della Morte. Oltre ad avere una delle quest introduttive più intriganti, questa classe vi farà vestire i panni di un eroe del death metal, insomma una figata pazzesca.

Wrath of the Lich King Classic è ottima per i nuovi giocatori e, se volete investire in un po’ di sano grind, questa espansione vi regalerà momenti unici di cui potrete vantarvi per il resto della vostra carriera di videogiocatori. In più, e questa è proprio per i completisti, 6 reference su 10 al mondo del gaming dei primi 2000 vengono da questa espansione e dalla prima trilogia di WoW, quindi alle feste farete un figurone dopo averla giocata.

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