Di origine coreana ma ormai di proprietà mista tra Seul e Philadelphia, i T1 sono una delle organizzazioni esports universalmente riconosciute con presenze e vittorie su numerosi titoli competitivi. Dopo aver fondato la propria storia nell’esports su Starcraft e su League of Legends sotto il nome di SK Telecom, dopo la fusione con la Comcast Spectacor statunitense si sono evoluti in T1, ampliando la propria presenza su titoli come Fortnite, Super Smash Bros, PUBG Mobile e VALORANT, diventando una realtà esports omnicomprensiva a 360 gradi.
Nella notte italiana è arrivato l’annuncio della partnership con Red Bull, azienda che vanta già una profonda presenza nel settore esports, sia come organizzatore di eventi, dal Red Bull MEO internazionale fino ai locali Red Bull Kumité o agli italianissimi Red Bull Factions e Red Bull The Br4wl, sia come sponsor di alcuni dei più importanti team al mondo, tra cui Cloud9, G2 Esports e OG per citarne alcuni. Quello con Red Bull è un accordo pluriennale che, tra gli altri, permetterà ai T1 di accedere alle infrastrutture specifiche di monitoraggio delle prestazioni per i propri atleti, presenti in Austria e a Santa Monica, in California.
Il nome dei T1 negli anni più recenti è indubbiamente legato a League of Legends, titolo su cui hanno vinto il trofeo mondiale nel 2013, nel 2015 e nel 2016. E che puntano, insieme a Red Bull, a vincere il quarto dopo essersi assicurati Yang “Daeny” Dae-in e Lee “Zefa” Jae-min, ovvero i coach che hanno portato i Damwon Gaming a vincere i Worlds 2020, riportando la coppa in Corea, poco più di un mese fa. La stella è il midlaner Faker, unico giocatore presente fin dal 2013, il quale ha confidato di utilizzare energy drink durante le proprie sessioni di allenamento e prima delle partite. Ultimamente i T1 stanno poi associando il proprio nome a VALORANT, il nuovo tactical shooter targato Riot Games, con uno dei roster migliori al mondo, pronto a competere nelle fasi finali del VALORANT First Strike in partenza il 3 dicembre e che rappresenta il primo titolo di campioni del Nord America con un montepremi da 100.000 $.
Red Bull prosegue quindi il suo investimento nel settore dell’esports, parallelamente al suo interesse nel mondo dello sport tradizionale. Risale addirittura al 2006 il primo ingresso di Red Bull nell’esports quando decise di allargare la sua sponsorizzazione dei singoli atleti anche ai videogiocatori professonisti. Da quel momento Red Bull ha organizzato più di 200 tornei all’anno, oltre all’aver associato il proprio brand ad alcuni dei volti più influenti del gaming mondiale: uno su tutti Tyler “Ninja” Blevins.