Sono giorni frenetici per gli esports all’ombra del Colosseo. La macchina organizzativa che porterà all’esordio della nuova eSerie A TIM sia su FIFA 21 che su eFootball PES 2021 è ufficialmente partita. Così, mentre le squadre completano gli organici con il Draft, PG Esports e Infront Sports & Media AG stanno ultimando gli ultimi preparativi in vista di marzo.
Nelle ultime ore, però, a tenere banco è la questione legata ai caster della prossima eSerie A. A scoperchiare il vaso di Pandora, Ivan Grieco. Meglio conosciuto come Rampage, Ivan è uno dei personaggi di spicco degli esports nostrani. Caster di Call of Duty e non solo, ha commentato la stragrande maggioranza degli eventi italiani e ha collaborato sempre a stretto contatto con realtà piuttosto importanti. Dalle squadre di Serie A fino Melagoodo, per citarne due su tutti. Un curriculum di tutto rispetto, frutto di un’esperienza maturata sul campo quando i videogiochi e l’esports non erano minimamente di tendenza.
Sapete perché l'esport in Italia rimarrà sempre una nicchia per pochi? Perché manca una componente semplice ma fondamentale. La professionalità. In Italia si dimenticano persino di avvisare che ti hanno sostituito come Caster della eSerie A, nonostante accordi verbali precedenti
— Ivan Grieco (@Rampageinthebox) February 2, 2021
Bene, Rampage su Twitter si è lasciato andare ad un piccolo sfogo che certifica ancora una volta di più come questo movimento sia ancora in costruzione. “Sapete perché l’esport – si legge dal tweet – in Italia rimarrà sempre una nicchia per pochi? Perché manca una componente semplice, ma fondamentale. La professionalità. In Italia si dimenticano persino di avvisare che ti hanno sostituito come Caster della eSerie A, nonostante accordi verbali precedenti”. Verba volant, scripta manent. Niente di più vero, su questo siamo tutti d’accordo, ma da Lega Serie A, Infront o la stessa PGE ci aspettiamo un comportamento un po’ diverso.
Non vogliamo entrare nel merito della scelta, così come non ci sentiamo in dovere di criticare chi ha deciso di puntare sulle qualità di altri commentatori. Ognuno fa le proprie valutazioni, magari anche dal punto di vista economico. Deontologicamente parlando, però, quanto accaduto a Ivan Grieco è un trattamento poco accettabile. La comunicazione, in qualsiasi ambito, al giorno d’oggi è uno dei primi pilastri della professionalità. Come possiamo pensare che l’esport in Italia possa crescere e avvicinarsi agli standard europei se mancano componenti fondamentali come la professionalità?
E qui sfondiamo un portone già aperto. Visto che oltre alla professionalità, in alcuni casi mancano anche i professionisti. La mancanza di una comunicazione efficace è un problema che va risolto, magari anche con una maggior considerazione delle testate di settore. Nell’era dell’esport sulle pagine di colossi come Gazzetta dello Sport e TuttoSport, non ci si può limitare solo ai post sui social. E’ un peccato far passare in sordina eventi o manifestazioni. Non si incentiva in nessun modo le organizzazioni ad investire e gli esports resteranno sempre roba per pochi.
Fatta questa doverosa panoramica, che è solo la punta dell’iceberg, riteniamo che professionisti come Ivan Grieco rimangano figure importantissime per la crescita del movimento e per le generazioni future. Capisaldi su cui continuare a puntare per esperienza ed estrema competenza. Rampage, poi, negli anni ha saputo allargare gli orizzonti. Sul proprio canale Twitch tratta tantissimi argomenti che spaziano dall’attualità alla politica fino all’intrattenimento. Di fatto è un giornalista a tutto tondo, ma soprattutto, lo ripetiamo, è un professionista che merita di essere riconosciuto come tale e di essere trattato con rispetto. Il suo sfogo è stato pacato, ma deciso. Altro esempio di professionalità, da parte sua. La verità è che nel mondo esports qui in Italia abbiamo bisogno di più Ivan Grieco.