Il progetto di una nuova Superlega di calcio pare naufragato in sole 48 ore. Uno dei principali promotori dell’iniziativa che avrebbe sconquassato il mondo del calcio come lo conosciamo, il presidente della Juventus Andrea Agnelli, ha annunciato la resa alla Reuters, dopo che si erano defilate dal progetto la metà delle squadre coinvolte. “Per essere franco e onesto, evidentemente non è il caso di proseguire con il progetto della Superlega. Resto convinto della bontà del progetto, ma non si può fare un torneo a sei squadre”, ha detto il massimo dirigente della società torinese.
In cosa consisteva l’iniziativa dei 12 Club Fondatori (tra cui le italiane Juventus, Milan e Inter)? Nella creazione di un nuovo format di torneo europeo che andasse a competere con la classica Champions League, competizione della Uefa. Un sistema bloccato, con 15 squadre partecipanti fisse e 5 a rotazione annuale. La Superlega ha provocato una veloce e feroce levata di scudi da parte delle Federazioni nazionali e internazionali (Uefa e Fifa), di quasi tutta la stampa, dei tifosi (social e comunicati delle curve dei tifosi) e dei Governi dei Paesi coinvolti. Provocando il dietrofront repentino.
La Superlega stava già per mettere in subbuglio anche il mondo dei videogiochi, con i produttori di Fifa e Pes già in preallarme. E proprio al mondo dei videogiochi e degli esports guarda il presidente Agnelli in un’intervista al quotidiano “La Repubblica”: “I più giovani vogliono vedere i grandi eventi, sono meno legati agli elementi di campanilismo. Il 40% dei ragazzi tra i 16 e i 24 anni non ha interesse per il mondo del calcio. La Superlega vuole essere una competizione che simuli ciò che fanno le piattaforme digitali per fronteggiare la competizione di Fortnite o Call of Duty, che sono i veri centri di attenzione dei ragazzi di oggi”. Che saranno i fruitori, e soprattutto i consumer, di domani.
Al di là delle polemiche legate al mondo del calcio e della sua trasformazione, è la prima volta che un presidente di una società calcistica così importante esprime in pubblico preoccupazione per l’incremento di fama e denaro del mondo dei videogiochi ed eleva gli eventi live degli esports a principali competitors di uno sport secolare e popolare come il calcio. Una presa di coscienza che vale un gol per gli esports.