(Riot Games - LCS)

I TSM hanno siglato un accordo di sponsorizzazione da 210 milioni di $ per i diritti sul nome: da oggi si chiameranno TSM FTX, ma non su League.

Si tratta di una delle più imponenti sponsorizzazioni mai annunciate pubblicamente nel mondo dell’esports: i TSM, tra le organizzazioni più importanti al mondo il cui brand è stato valutato da Forbes per un valore vicino ai 400 milioni di dollari, cambieranno nome in TSM FTX in virtù dell’accordo siglato con la FTX Trading Limited e la West Realm Shires Servives Inc, proprietari delle aziende FTX e FTX.US, entrambe agenzie, con sede a Hong Kong, di gestione delle transazioni in criptovalute.

Un cambio nome che “costerà” agli FTX 210 milioni di dollari nell’arco di 10 anni, registrando non solo una delle sponsorizzazioni dal valore più alto ma anche con uno degli orizzonti temporali più ampi finora esercitati da uno sponsor. L’obiettivo della sponsorizzazione va in due direzioni: da un lato espandersi geograficamente, aprendo nuove sedi e divisioni competitive in Asia, Europa e Sud America; dall’altro ampliare la propria presenza sui titoli mobile e sulle altre piattaforme. Inoltre i TSM suddivideranno 1 milione di dollari di FTX Token tra i propri dipendenti e giocatori.

Sam Bankman-Fried, CEO di FTX

La tipologia dell’annuncio non è affatta nuova per gli esports. A cavallo tra 2020 e 2021 i Damwon Gaming, organizzazione coreana vincitrice del titolo mondiale su League of Legends, aveva cambiato il proprio nome in Damwon Kia in seguito all’accordo commerciale firmato con la casa automobilistica. Alcuni giorni fa appena i Dignitas, altra realtà nordamericana, aveva annunciato la partnership con la banca digitale QNTMPAY con la stessa soluzione, cambiando nome in Dignitas QNTMPAY. Chi non ha cambiato nome ma ha comunque iniziato a interfacciarsi con le criptovalute sono stati i G2 Esports, autori di una partnership con Bondly, piattaforma per la gestione deli NFT, i non-fungible tokens. 

Una collaborazione più che proficua, come ha dichiarato il CEO della FTX Sam Bankman-Fried al New York Times: “Entrare in una grande industria e reimmaginarla nell’era digitale: questo è ciò che l’esports rappresenta per lo sport ed è anche ciò che le criptovalute rappresentano per gli investimenti nel mondo della finanza.” Negli ultimi 30 giorni una realtà come FTX ha gestito più di 6 miliardi di transazioni in bitcoin ed ethereum, oltre ai più recentemente famosi dogecoin. 

Andy “Reginald” Dhin, co-founder e CEO dei TSM

Tuttavia l’accordo non include i videogiochi targati Riot Games. Su League of Legends, Valorant e gli altri titoli il publisher americano è stato molto chiaro tramite una nota esplicativa inviata dal commissario dell’LCS Chris Greeley: “La sponsorizzazione tra TSM e FTX non viola le regole del campionato, tuttavia il settore delle criptovalute e delle rispettive transazioni ricade in una particolare categoria di sponsorship soggetta a restrizioni. Ciò significa che il nuovo nome, così come le nuove maglie con il logo FTX, non potranno essere utilizzati all’interno dell’LCS o in altri titoli esports targati Riot Games in Nord America.” 

Il commissario dell’LCS Chris Greeley

Secondo il regolamento Riot Games dell’LCS, e in particolare delle competizioni nordamericane, le sponsorizzazioni di aziende che operano in settori non regolamentati, come criptovalute, scommesse e pornografia, non possono essere ammesse o, nel migliore dei casi, sono soggette a restrizioni. Nonostante ciò, il nuovo brand continuerà a chiamarsi da oggi in poi TSM FTX sui social media e in qualunque altro titolo esports in cui non vi siano limitazioni di questo tipo. Assolutamente non preoccupato Andy “Reginald” Dinh, fondatore dei TSM e attuale CEO, che ha risposto anche un po’ piccato su Reddit: “L’accordo non prevede di usare il nuovo nome durante le dirette di League of Legends e Valorant, né le maglie. Tuttavia FTX ha deciso di sponsorizzare i nostri team e giocatori di League e Valorant sui contenuti video, sui social e nei live-streaming, così come agli eventi dal vivo. Tutte situazioni che sommate tra loro hanno più valore delle dirette di Riot Games.”

(Riot Games – LCS)

Per fare un paragone con gli altri sport, la sponsorizzazione del nome stesso del brand esports è paragonabile alla nomenclatura associata allo stadio o all’arena di una squadra sportiva. Una novità a cui nel calcio siamo arrivati da poco, tra cui per cifre spicca l’Etihad Stadium del Manchester City che prevede un accordo da 15 milioni di sterline l’anno per lo sfruttamento del nome. Su altre discipline, anche in Italia, siamo invece decisamente più abituati a quello che in inglese viene chiamato “naming title rights”: come l’Armani Milano, comunemente conosciuta come Olimpia Milano ma legata per ragioni di sponsor alla nota casa di moda, o nella pallavolo la Volley Lube di Treia, sponsorizzata proprio dal noto mobilificio.