Alla Milan Games Week abbiamo intervistato David Monk, Head of football acquisition and activation Europe di Konami
Dietro il grande stand che Konami ha organizzato alla fiera milanese, Monk ci ha spiegato nel dettaglio le origini, lo sviluppo e gli obiettivi della nuova Coppa eFootball Italia (che vi spieghiamo ne dettaglio qui) e di come lui e il suo team abbiano passato gli ultimi 2 anni a progettare questa competizione unica nel suo genere. In breve, la Coppa eFootball Italia vedrà scontrarsi i 7 club partner di Konami (Inter, Milan, Roma, Lazio, Napoli, Monza e Atalanta) con squadre composte da un giocatore professionista, un player del team giovanile e un fan selezionato tramite torneo open. Ecco cosa ci ha raccontato David.
Perché avete scelto questo approccio nel progettare la Coppa eFootball Italia?
Volevamo cambiare il nostro approccio agli eSport tradizionali. Quello che volevamo fare era avere un appeal di massa, quindi avere un’opportunità di coinvolgimento dei fan e pensare a come il nostro gioco può offrire opportunità per ognuno di quei target demografici. Ci siamo chiesti subito ‘come può eFootball dare vantaggi e opportunità ai tifosi?’ Innanzitutto il gioco è gratis, così come la partecipazione a questa competizione, e l’obiettivo è permettergli realizzare il loro sogno, ovvero rappresentare il club che tifano. E questa per me è la priorità numero uno. Il mio background, poi, è nel calcio reale e sono l’allenatore di una squadra giovanile. Quindi ho iniziato a pensare che ognuno di questi club ha un’ottima squadra giovanile e un buon settore giovanile. Quindi, come può il nostro gioco giovare ai giovani giocatori? In due i modi: possiamo educarli sugli eSport, i suoi pericoli e i rischi, ma anche le sue opportunità e benefici. E poi il nostro gioco può dargli l’opportunità di andare a rappresentare il loro club ai massimi livelli negli eSports globali. E infine, come possiamo davvero celebrare i giocatori professionisti italiani fedeli a eFootball da molti anni? Il modo in cui lo facciamo è che li rendiamo i giocatori di punta del loro club, prima di tutto devono battere tutti gli altri club, ma devono anche allenare e sviluppare un giocatore della squadra giovanile e un tifoso e potenziarli in modo che possono vincere insieme come una squadra, rappresentando il proprio club. É una struttura davvero unica.
Qual è lo scopo finale di questa coppa? Volete replicarla in altre nazioni o è un banco di prova per altre competizioni più verticali, una per i tifosi, una per le squadre giovanili e una per i professionisti?
Penso che sia entrambe le cose. Stiamo dimostrando che avendo ottimi partner e una comunità davvero fedele possiamo sviluppare nuove strutture e formati di esports. E quale posto migliore per iniziare se non l’Italia, che per noi è uno dei nostri mercati chiave non solo in Europa ma nel mondo? Quindi questo è un banco di prova perfetto per lanciare quello che è un programma innovativo come la Coppa eFootball Italia per poi implementarlo in tutta Europa e potenzialmente in tutto il mondo. E poi, come possiamo sviluppare delle strutture in modo che i fan siano più coinvolti? In che modo i giocatori di Esports possono passare da quella che è una competizione nazionale ad eventi più internazionali come l’eFootball Championship Pro? Ad esempio, un giocatore di eSport dell’Atlanta, dopo aver vinto questa competizione, potrebbe persino essere ingaggiato dal Monaco o dal Manchester United. Quindi stiamo creando una via d’uscita per ogni giocatore per far progredire la sua carriera negli eSport. Ma penso anche a come implementare questo progetto in Francia, in Spagna o in Giappone, che sono tutti mercati chiave per noi. Quindi l’obiettivo finale è in primo luogo dire che quando abbiamo dei buoni partner, quando abbiamo una base di fan davvero fedele, dobbiamo impegnarci e dobbiamo essere innovativi. E se lo facciamo in Italia, e ha successo, siamo pronti a sbarcare altrove
Molti publisher stanno costruendo un formato di torneo in-game per i loro giochi e voi state aprendo la strada a questa nuova tendenza, questo formato sarà qualcosa che vedremo anche dopo la Coppa eFootball Italia?
Lo spero davvero. E l’elemento in-game è davvero, per me, il fiore all’occhiello perché possiamo organizzare competizioni offline, e l’abbiamo fatto: l’eFootball Championship Pro è stata una competizione offline e in studio di grande successo, durante il COVID è stata spostata online e ha avuto ancora successo, e va bene. Ma dov’è l’elemento di partecipazione di massa? Non c’è. Ora abbiamo una piattaforma senza barriere, perché è un gioco gratuito, quindi per partecipare ora a una competizione in game serve semplicemente una console. Chiunque può partecipare anche con console della scorsa generazione. La PlayStation 4 è ammissibile e legittima quanto la Playstation 5. Quindi l’obiettivo è fornire un’opportunità in-game di competizione, come abbiamo detto, ma dove va il giocatore dopo? Ed è quello che fa questa competizione: dopo il torneo in-game con una partecipazione di massa, se hai successo, entri nell’elemento di competizione offline che stiamo organizzando.
Cosa farete per assicurarvi che questo formato unico nel suo genere risulti una competizione equilibrata?
Ci sono due cose che stiamo facendo. In primo luogo la competizione in game, che si chiama Konamici, avrà le statistiche bilanciate in automatico. Questo significa che se nella vita reale il Milan ha battuto il Monza 4-1, con il bilanciamento delle statistiche, che fa parte della nostra tecnologia ideata in Giappone, creiamo un campo di gioco uniforme così che un tifoso del Monza non sia svantaggiato contro un tifoso del Milan. Quindi questa è la prima cosa con cui ci assicuriamo che i tifosi giochino alla pari, non importa quale squadra selezionino. Ma oltre a questo, nella competizione offline, ci saranno dei vincoli nella selezione dei giocatori per le partite due contro due. La squadra competerà in formato svizzero, quindi un campionato con andata e ritorno per poi approdare ai quarti di finale. Faremo in modo che ci sia un’equa rappresentanza dei fan e dei giocatori delle squadre giovanili. Il giocatore professionista non potrà giocare tutte le partite e tutti e tre i player dovranno avere lo stesso numero di presenze. Questo rende la Coppa eFootball Italia una competizione molto interessante per lo sviluppo della strategia. Facciamo un esempio: il giocatore professionista, che è anche l’allenatore, sta decidendo chi schierare per il prossimo match; guarda agli avversari e vede che l’altra squadra sta mettendo in campo il tifoso e il giocatore giovanile. A questa mossa risponde schierando sé stesso e il suo tifoso per darsi un vantaggio. Ma lo fa consapevole che quando il suo tifoso e il suo player delle giovanili affronteranno il pro avversario, avranno una chance di vittoria perché li ha allenati lui. Si tratta di creare una dinamica che sia interessante da guardare, fatta di azioni e reazioni anche fuori dal campo.
Abbiamo fatto tanto per assicurarci che sia l’elemento online che l’elemento offline fossero completamente controllabili e divertenti da vedere e giocare. Ho lavorato su questo formato per due anni e abbiamo dovuto esaminare ogni minimo dettaglio per assicurarci che soddisfi le aspettative. Tutto questo è stato realizzato così anche perché la prossima generazione di esportivi e la partecipazione di massa con il movimento grassroots degli esports sono la mia passione e il mio obiettivo personale e voglio contribuire a coltivarli”.