Blizzard è riuscita a creare un’esperienza innovativa e accessibile con Dragonflight superandosi in fatto di quest design.
Recensire un’espansione di World of Warcraft è sempre una sfida perché è pensata per durare due anni. Se i prossimi 23 mesi in compagnia di Dragonflight saranno belli come quello che ci abbiamo appena trascorso insieme, però, potremmo trovarci davanti a una delle espansioni meglio progettate e messe a terra degli ultimi anni.
La nostra esperienza prima di scrivere queste righe si è fermata all’uscita del primo raid e al completamento delle prime Mitiche+. Ce ne sono 8 disponibili al momento, 4 dedicate alla nuova espansione e 4 a quelle del passato, un buon modo per riportare i giocatori in terre che non visitavano da tempo viste le dimensioni titaniche che ha raggiunto WoW al suo diciottesimo compleanno.
Blizzard ha fatto un ottimo lavoro anche sul lato delle Spedizioni di Dragonflight che, più brevi rispetto al passato, sono tra le più belle degli ultimi anni. L’endgame è quella parte del gioco che deve mantenerci abbonati quindi gli sviluppatori di Irvine ci mettono sempre una discreta cura ma con Dragonflight si sono superati grazie a misto tra libertà esplorativa e storie appassionate e (a volte) commuoventi.
É proprio nella narrativa che Dragonflight ha fatto un netto passo avanti rispetto al semi-flop di Battle for Azeroth e al potenziale enormemente inespresso di Shadowlands. Abbiamo giocato solo 10 missioni per ora ma queste 10 quest sono state tra le più belle della storia di World of Warcraft. Sono missioni che vi avvicineranno ai personaggi che incontrerete e, col tempo, vi porteranno a intessere una relazione quasi personale con un orco afflitto dai sensi di colpa o un Drago che ha scelto di trasformarsi in un nano per perdersi nel suo passato.
Aiutare gli Aspetti dei draghi a rimettere insieme i loro stormi per difendere le isole dai Draghi primordiali è un’avventura davvero coinvolgente nonostante un villain iniziale dal bassissimo impatto. L’abilità nel design dimostrata da Blizzard sta anche nel modo estremamente fluido in cui potete intrecciare missioni principali e secondarie. Il livello 70 è raggiungibile facilmente semplicemente giocando la storia principale ma se deciderete di farvi conquistare dalla moltitudine di side quest presenti (i punti esclamativi gialli) verrete condotti in luoghi che magari non avreste visitato o a dell’attrezzatura davvero utile per il prossimo scontro. Se dovessimo scegliere una caratteristica che fa di Dragonflight una grande espansione è proprio questa: delle grandi storie ben collegate e intime, un qualcosa che da tempo non vedevamo su WoW.
Da Shadowlands, Dragonflight ha ripreso il sistema delle fazioni (una per ciascuna delle quattro regioni del gioco) ma sulle isole dei draghi non ci sono patti di sangue come nelle Terretetre. Guadagnando fama con ciascuna fazione potrete sbloccare cosmetici, minigiochi e missioni aggiuntive per tutti i personaggi a vostra disposizione. Molto chiaro anche il design della traccia delle ricompense di ciascuna fazione per scegliere dove investire il proprio tempo. Non temete, esplorerete ciascuna delle regioni delle isole dei draghi, grazie all’ottimo design della storia principale, vi farà esplorare la nuova regione in lungo e in largo.
Non poteva essere un’espansione a tema draghi senza poterli cavalcare e il volo draconico è divertimento assicurato. Non solo in Dragonflight potrete iniziare a volere mesi prima che nelle altre espansioni, ma cavalcare i draghi non è solo una gimmick, è uno strumento attivo di esplorazione per raggiungere collezionabili e altri oggetti segreti sparsi per il mondo di gioco. Poi, ovviamente, potrete personalizzare la vostra cavalcatura draconica che, purtroppo, è utilizzabile solo nelle Isole dei Draghi. Ce ne sono 4 e per volare usano uno speciale indicatore del vigore. Non si precipita mai, se la barra si esaurisce vi basterà aspettare qualche istate per tornare a volare. Oltre ad essere nettamente più veloci rispetto alle altre cavalcature volanti, i Draghi possono essere potenziati con i Glifi Draconici sparsi per la mappa o con acrobazie che vi verranno date come bonus completamento per le missioni della campagna. Non potevano mancare anche le gare a tempo per incoronare i più veloci delle Dragonalnds.
Oltre a essere molto bella da vedere, questa nuova espansione è anche molto ben sviluppata, soprattutto in altezza, una caratteristiche che è quasi sempre mancata all’MMO Blizzard. In più le Isole dei Draghi sono piacevolmente complesse (non complicate) riuscendo a restare una sfida che però non si pone mai come insormontabile. C’è un momento in particolare, quando arriverete a Valdrakken, che rivaleggia con l’opening di Ghost of Tsushima in quanto a epicità e coinvolgimento emotivo. Non ve lo spoilereremo ma sappiate che se sceglierete di imbarcarvi in questa avventura (che siate fan storici o nuovi arrivati) le emozioni che vivrete saranno tante e intense.
Un ultimo disclamer finale: come ogni MMO il grind c’è e si fa sentire, un aspetto particolarmente frustrante in un titolo per cui serve un abbonamento per giocare. A difesa di Blizzard, però, possiamo dire che, secondo noi, è stato raggiunto un buon bilanciamento tra le esigenze del giocatore occasionale, che vuole godersi solo la storia, e i bisogni dei player più hard core concentrati sull’endgame. Non c’è fretta in questa espansione, non ci sono missioni da completare immediatamente a causa della fomo, bensì un’esperienza rotonda che con un’oretta al giorno di gioco ha riempito egregiamente il nostro primo mese in sua compagnia.