Abbiamo completato il raid e abbiamo raggiunto il livello massimo di potere, siamo pronti a dirvi cosa ne pensiamo dell’ultima espansione di Destiny 2: l’Eclissi.
L’anno scorso La Regina dei Sussurri è stata un’esperienza così completa e ben sviluppata che ogni cosa dell’Eclissi, dalla campagna all’incursione, è stata naturalmente paragonata alle avventure in compagnia di Savathun e Rhulk. Purtroppo, se dovessimo mettere le esperienze sui due piatti di una bilancia, La Regina dei Sussurri vincerebbe il confronto ma se dovessimo paragonare L’Eclissi a Oltre la Luce o a Ombre dal Profondo, allora l’arrivo del Testimone si mette in una luce completamente diversa. L’avete capita? Il Testimone e la luce? No? Andiamo avanti.
L’Eclissi è stata pubblicizzata come “l’inizio della fine”, un momento di chiusura apicale per il franchise di Destiny. Il cattivone dietro a quasi tutte le minacce che hanno scosso il sistema solare negli ultimi 10 anni è alle nostre porte e finalmente lo affronteremo. Questo era, probabilmente, il piano originario di Bungie quando ha progettato il suo ciclo di espansioni ma due anni fa è arrivata la decisione di aggiungere un capitolo aggiuntivo, ecco perché, secondo noi, per mettere in prospettiva quest’ultima esperienza è molto meglio considerarla una Parte 1 di 2 piuttosto che un prodotto finito. Per chi se lo ricorda, pensate a come vi siete sentiti quando siete usciti dal cinema dopo aver visto Harry Potter e i Doni della Morte Parte 1. Gli eroi sono quasi allo sbando, ancora gli mancano diversi pezzi per sconfiggere il cattivo e quasi tutte le forze del loro universo sono contro di loro.
L’unico problema è che ora Destiny non può semplicemente smettere di esistere per un anno fino all’uscita del prossimo capitolo, essendo un live service game deve darci della narrativa di stagione in stagione per riempire questi 12 mesi. Così, secondo noi, si spiegano i troppi punti in sospeso che restano alla fine della campagna e a cui il Raid, purtroppo, non va ad aggiungere nulla. Bungie ha già confermato che nella prossima stagione approfondiremo le origini del Testimone e del Velo (il grande McGuffin della storia principale) e che “molte domande avranno risposta”. Queste decisioni, però, hanno lasciato un forte amaro in bocca ai giocatori appassionati che, dopo l’exploit dell’anno scorso, si aspettavano delle risposte da questa campagna, non una narrativa che pone altri 100 interrogativi.
In fatto di contenuti, design e armamenti, L’Eclissi fa un ottimo lavoro nel seguire l’esempio della Regina dei Sussurri e andando ad aggiungere. Ci sono 5 quest esotiche alla fine della campagna, missioni settimanali ripetibili con versioni diverse, eventi aggiuntivi che espandono il rapporto tra Neomuna e i Vex e una missione segreta bella da vedere e divertente da giocare. Abbiamo sentito molte critiche sulla nuova città di Nettuno che in tanti sostengono essere priva di vita. Qui i designer avevano una scelta da fare: creare spazi neutrali pieni di NPC con cui interagire o riempire la destinazione di nemici in modo tale che l’esplorazione sia sempre una sfida e non semplicemente una noia attraverso cui sfrecciare con l’astore. Noi supportiamo la scelta di Bungie di rendere Neomuna un campo di battaglia perenne popolato da molti nemici e pieno di attività in cui combattere. Capiamo, però, la fame di storie ambientate nella città ma confidiamo in Bungie e nella sua narrativa stagionale che riceverà un poderoso riaggiustamento a breve.
La telascura è divertente da usare ed è molto forte contro nemici e boss ma, come dicevamo nelle nostre prime impressioni, non ne viene spiegata l’origine. Il guardiano semplicemente, incontra questo potere verde per le strade di Neomuna senza capire cosa lo alimenti oltre un generico “flusso dell’universo” e senza riflettere sulle conseguenze del suo utilizzo. Almeno quando abbiamo ricevuto la stasi le implicazioni del suo uso erano chiare in un dilemma morale sentito e importante ai fini della storia. Gli sviluppatori hanno chiamato la telascura un potere dell’oscurità ma non ne hanno dato alcun contesto, un vero peccato visto il suo enorme potenziale narrativo. Vi immaginate se la telascura fosse stato un dono di Nezarec da esplorare nel raid? O un potere che i guardiani possono trarre dalle versioni alternative dei loro spettri sparsi per il multiverso? Invece vediamo solo dei fili verdi sparsi per la città con cui “guardarsi dentro”.
Tutta la campagna dell’Eclissi può essere descritta così, ovvero come una serie di potenzialità inespresse. Veniamo lanciati alla ricerca di un artefatto di cui non ci viene detto nulla, affrontiamo un nemico iconico che viene liquidato in meno di otto ore e alla fine non riusciamo nemmeno a capire se il Viaggiatore sia morto o che cosa diavolo sia successo con il Testimone. É maledettamente frustrante e intrigante rimanere con così tanti interrogativi ma vediamo il disegno della Bungie e abbiamo fiducia nella sua visione. La prossima stagione ha in serbo per noi una quest dedicata interamente al Velo quindi già tra un paio di mesi potremo capire se tutti questi punti interrogativi sono stati una strategia efficace (anche se discutibile) o se sono stati commessi degli errori nel dare troppo cose per scontato. Nel frattempo abbiamo una missione da compiere nel cuore della piramide distrutta dal Viaggiatore nella sequenza cinematica di apertura dell’Eclissi.
La Radice degli Incubi, la nuova incursione, ha un’estetica mozzafiato perché mescola l’oscurità delle piramidi e il potere di terraformare della luce. La storia dietro la rinascita di Nezarec, il boss finale, è scritta bene e l’intera esperienza è fondata sull’inestricabile unione tra luce e oscurità che forma il tessuto del nostro universo. Le meccaniche sono intuitive e non troppo macchinose (grazie a dio non abbiamo mari di simboli da ricordare) e il terzo encounter in cui bisogna allineare dei pianeti per danneggiare il boss è forse il più bel momento (al di fuori delle bossfight) nella storia dei raid di Destiny 2. Ancora una volta, però, più che un modo per comprendere il passato, il presente e il futuro di Destiny, la Radice degli Incubi è un’esperienza che sembra messa lì solo per occupare un posto fino all’arrivo della Forma Ultima, l’espansione che chiuderà il ciclo. Come quasi tutti i raid di Destiny 2, anche questo è accessibile, divertente da giocare con gli amici e una gioia per gli occhi. Purtroppo non è così rilevante per la storia principale da poterlo definire un’icona come la Promessa del Discepolo che ha aperto una finestra piena di dettagli sul Testimone e il suo primo discepolo.
Dove l’Eclissi fa un ottimo lavoro è in un comparto spesso ignorato da molti sparatutto: la qualità della vita. Con questa espansione il sistema delle modifiche di armatura è stato semplificato e meglio stratificato, i gradi dei guardiani tracciano una linea chiara per il progresso del gioco e il processo di creazione e personalizzazione dell’attrezzatura non è mai stato così semplice. Con il nuovo sistema dei loadout la sperimentazione delle infinite build possibili vi regalerà montagne di divertimento e nonappena arriverà la funzione di LFG (looking for group) embeddata nel gioco, Destiny si trasformerà nell’MMO con l’endgame più accessibile di sempre. Ci è piaciuto meno il sistema degli encomi che ha bisogno di qualche rifinitura e di non essere un blocco alla progressione dei gradi dei guardiani. Non fosse per la storia, questa sarebbe un’espansione perfetta per i nuovi guardiani alla ricerca di un punto di partenza
L’Eclissi è un’ottima parte 1 di 2 che, come tutte le sue simili, serve a far venire l’acquolina in bocca a novizi e veterani per quello che avverrà l’anno prossimo. Con la Stagione del Serafino, quella subito prima dell’Eclissi, e la Stagione dei Tormentati, Bungie ha dimostrato di saper creare storie emotive e rilevanti anche nella sua narrativa stagionale, non solo in quella legata alle espansioni per cui ci sono i presupposti per essere positivi. Non possiamo però non restare con l’amaro in bocca per quanta delusione e sconforto abbiamo provato una volta sconfitto Calus alla fine della campagna, un’esperienza completamente opposta a quella che abbiamo avuto alla fine della battaglia con Savathun. Non possiamo raccomandare questa espansione ai nuovi giocatori come punto d’inizio perché troppo è dato per scontato, non possiamo raccomandarla agli amanti della storia perché c’è poco e niente e il nuovo endgame è ben fatto ma anche lui è povero di rilevanza. Vivere le avventure progettate da Bungie è sempre divertente e il gunplay di Destiny resta tra i più precisi e soddisfacenti dell’intera industria ma manca qualcosa, manca l’urgenza del nostro intervento, del nostro eroismo e dei nostri superpoteri. L’Eclissi è una parte 1 di 2, speriamo solo che i sacrifici di questa espansione siano stati fatti sull’altare di un finale col botto e indimenticabile in arrivo con La Forma Ultima.