Alla premiazione per la vittoria del Milan alla Coppa eFootball Italia abbiamo fatto due chiacchiere con la squadra rossonera e David Monk, la mente dietro la competizione di Konami.
Nel cuore del quartier generale del Milan abbiamo incontrato i due vincitori della Coppa eFootbal Italia (qui ve la spieghiamo bene) per farci raccontare il loro percorso in questa nuova competizione esportiva firmata Konami. Carmine “Naples17x” Liuzzi (C) e Francesco “Frankino” Sirianni (F) hanno battuto la Roma in una finale al cardiopalma al Comicon di Napoli e sollevato il trofeo di primi campioni della Coppa eFootball Italia. Il Milan è rimasto così impressionato dalla performance di Frankino che ha deciso di renderlo ufficialmente il suo secondo proplayer di eFootball concretizzando la promessa di questo nuovo circuito esportivo che ha unito professionisti, giocatori delle giovanili e fan.
Com’è stato sollevare il trofeo dopo una partita così intensa al Comicon di Napoli?
C: “È stato bellissimo vincere a Napoli. Io, di norma, sono un tipo che non esulta quando vince, a Napoli ho esultato come un pazzo scatenato”.
F: “Per me è stata la mia prima compeitzione offline, arrivare in finale e vincere è stato bellissimo, ero molto teso nella terza e nella quarta partita ma alla quinta sono riuscito a rimontare”.
Vi siete divertiti in questo torneo?
C: “A me è piaciuto molto come torneo anche se non è stato competitivo al massimo perché i giocatori della primavera non giocano quanto noi al gioco e fanno fatica ad adattarsi. Abbiamo lavorato tanto, mi sono divertito e ne vorrei altri così”.
F: “È piaciuto molto anche a me, giocare in coppia è bello e in 3 contro 3 sarebbe ancora più divertente se decidessero di aggiungere la modalità”.
Com’è stato fare da allenatore a un nuovo arrivato e come è stato imparare da un veterano?
C: “Sono stato molto molto fortunato, Frankino era molto molto forte già nella Konamici (la competizione con cui è stato selezionato il fan che avrebbe fatto parte della squadra, ve la spieghiamo qui ndr) e il giocatore della primavera si è messo subito al lavoro e a studiare le tattiche e le formazioni di alto livello”.
F: “Ho imparato tantissimo da Carmine, soprattutto a gestire la partita in fase di vantaggio quindi a mantenere la palla e a non rischiare in difesa. Noi due, poi, ci siamo qualificati entrambi al mondiale di Tokio che si svolgerà il 22 luglio, poi abbiamo le finali della eFootball Championship Pro il 24 giugno con il Milan”.
Come vi state trovando con il gioco?
C: “Io ho fatto un po’ fatica ad adattarmi all’inizio perché ero più improntato al possesso palla, mentre questa versione di eFootball è più frenetica. Adesso mi sono adattato e mi diverto, prima speravo in un ritorno del vecchio Pes ma ora mi trovo bene con eFootball”.
F: “Io mi trovo meglio su eFootball che sul vecchio Pes perché corrisponde meglio al mio modo di giocare con finte e contro-finte”.
Qual è stata la squadra più difficile da battere?
C: “La Roma in finale è stata l’avversaria più tosta. Abbiamo vinto due dei cinque match subito, poi ne abbiamo erse due ai rigori e infine abbiamo trionfato nell’ultima gara; è stata una finale pazzesca”.
F: “Anche per me la Roma in finale, ci hanno messo pressione nella quarta partita ma abbiamo avuto la forza di recuperare e vincere”.
In Casa Milan era presente anche David Monk, Head of football acquisition and activation Europe di Konami che ci ha raccontato i traguardi raggiunti dalla competizione e le prospettive per il futuro di un formato unico nel panorama esportivo.
Sei soddisfatto di come sia andata la Coppa eFootball Italia?
“Sono stati sette mesi intensi ma è stato un viaggio di cui siamo estremamente soddisfatti. Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo chiave di permettere ai migliori fan di diventare giocatori professionisti degli esports. Abbiamo persino un esempio vivente di questa cosa in Frankino che dalla Konamici è diventato un giocatore professionista e ora è parte integrante del team che tifava e per cui ora lavora. Un altro obiettivo chiave è stato quello dell’incorporazione dei giocatori delle giovanili per farli sentire parte del team esportivo. Antonio Galla ha vinto la competizione tra i suoi compagni di giovanile del Milan mettendo sé stesso in campo e segnando il goal decisivo. Infine volevamo assicurarci che la competizione dedicata ai fan fosse coinvolgente e integrata nel gioco. Abbiamo raggiunto un tasso di coinvolgimento con la nostra userbase italiana del 77%. Quindi il 77% dei giocatori italiani di eFootball hanno partecipato. Ora il prossimo passo è capire come migliorare la competizione partendo da questi risultati”.
Che traguardi avete raggiunto in termini di visualizzazioni?
“Tra la gara, lo show che spiegava e commentava e le altre dirette accessorie abbiamo superato i 6 milioni di spettatori tra le nostre piattaforme. Volevamo mettere l’Italia al centro del panorama mondiale degli esport e celebrare i nostri utenti e i nostri club partner. Siamo molto soddisfatti e non vediamo l’ora di migliorare ulteriormente la competizione”.
Cosa vorresti cambiare in un’ipotetica versione 2024?
“La Konamici, in particolare, ha bisogno di un maggiore incentivo alla partecipazione secondo me, in particolare per chi non ha mai giocato a eFootball e si sta interfacciando per la prima volta con il gioco e le sue competizioni. Metteremo l’accento sull’esperienza di Frankino, sulle opportunità di questa competizione e magari metteremo in palio qualche gadget da portarsi a casa. Poi vogliamo ripensare il bilanciamento tra eventi online e offline e trovare nuove aree dei club di calcio da coinvolgere nella Coppa eFootball Italia”.
Nella nostra chiacchierata precedente ci hai detto che stavate valutando di esportare il modello Coppa eFootball Italia in altri paesi, avete tutti i dati che vi servono?
“Il nostro obiettivo primario era di creare un progetto autentico per l’Italia che mettesse in luce i pro, i calciatori delle giovanili e i fan. Questi tre ingredienti principali difficilmente esistono nella stessa forma nelle altre nazioni d’Europa e del mondo quindi quella che abbiamo creato è stata una convergenza unica. Stiamo lavorando su come portare altrove ciò che abbiamo imparato qui e costruire cose nuove per far crescere il modello fuori dall’Italia ma è fondamentale percorrere questa strada un passo alla volta. Non vogliamo correre prima di camminare, questo è un progetto a lungo termine che andrà incontro a sempre più persone in Italia e, poi, nel resto d’Europa. Dobbiamo ancora finire di analizzare quello che siamo riusciti a fare qui e quali sono i fattori che l’hanno fatto funzionare così bene prima di provare a replicarli altrove”.