Il noto allenatore spiega come preparerebbe un gamer professionista e perché esports e boxe possono andare d’accordo.
Viene dal mondo della nobile arte, ma ha messo a punto un metodo d’allenamento innovativo con il quale allena i calciatori di serie A, e non solo. Lui è Gianluca Zoppi, istruttore tecnico affiliato alla Federazione Pugilistica Italiana, nonché allenatore della “Celano Boxe” di Genova. Pietro Pellegri, Mimmo Criscito, Francesco Caputo, Keita Baldé, Christian Zapata e Cristiano Ronaldo: sono solo alcuni dei calciatori che si sono affidati a lui per la loro preparazione atletica. Esportsmag l’ha contattato per farsi raccontare del suo lavoro con i calciatori, sapere cosa ne pensa degli esports e domandargli che consigli darebbe a un gamer per migliorare sul piano fisico e mentale.
Lei utilizza la preparazione atletica del pugilato per allenare i calciatori. Quali esperienze di lavoro le hanno dato maggiori soddisfazioni?
Sì, esattamente. Nei miei work out, come base principale degli allenamenti, viene inserita la preparazione atletica della boxe. Diciamo che di atleti ne ho allenati tanti, soprattutto calciatori, e con ognuno ho riscontrato diverse esperienze. Una delle tante soddisfazioni, l’ ho citata più volte, è l’esperienza con il giocatore Keita Balde. Nell’anno 2021 abbiamo fatto la preparazione totalmente insieme, senza fare il ritiro con la squadra. Tutti sanno che un giocatore, se non fa il ritiro in gruppo, parte già in svantaggio. Keita, quando approdò al Cagliari, risultò tra i primi nei test atletici.
Le è mai capitato di vedere i campioni che ha allenato divertirsi e giocare con i videogame?
Sì, spesso mi è capitato di trovarmi in compagnia con diversi campioni e vederli giocare ai videogame, sfogandosi e divertendosi.
E lei ci gioca? Ha qualche titolo preferito?
Io personalmente non gioco, però mi è capitato di provare con loro giochi tipo Fifa o Call of Duty. Divertente, a suo modo, e anche una sorta di distrazione e perché no, allenamento.
I videogiocatori non sono certo atleti, ma devono comunque essere allenati mentalmente e fisicamente. Si possono trovare delle similitudini tra la boxe e gli esports?
Non sono atleti veri e propri, però potrei dire che nel loro settore sono sempre degli agonisti tra loro. Assolutamente sì, direi che le similitudini ci sono eccome: riflessi, reattività, tatticismo, prontezza nell’esecuzione. Tutti elementi che devono essere allenati sia nella boxe che negli esports. Ovviamente nella boxe è realistico rispetto al virtuale, ma fondamentale per entrambi.
Lei ha allenato alcuni dei più importanti calciatori di serie A. Come allenerebbe un videogiocatore di Fifa?
Bellissima domanda! Devo dire che, grazie anche al mio nickname @giantrainer su Instagram, sono stato contattato da diversi campioni. Io personalmente un videogiocatore di Fifa lo allenerei come nella realtà, da vero campione. Andando a stimolare e a sviluppare la resistenza sulla soglia dell’attenzione di vigilanza. Riflessi e tanto equilibrio.
I videogiocatori soffrono di alcuni problemi fisici tipici di quest’attività. In primis le disfunzioni al collo e alla schiena, per via delle tante ore trascorse a giocare davanti allo schermo e di una postura non sempre corretta. Che tipo di training consiglia per risolvere questo problema?
Guardi, diciamo che tutte le tematiche elencate da lei vengono riscontrate da tanti atleti che ne soffrono, chi più chi meno. Io consiglio sempre vivamente di sottoporsi a un allenamento mirato, dove si va a incrementare la tonificazione muscolare in tutto il corpo, dando la priorità agli arti superiori, compresa la schiena, e soprattutto il collo con esercizi propedeutici, come ho fatto in passato con qualche pilota oppure motociclista. Il rafforzamento muscolare di avambracci, collo, schiena e addome serve anche a sostenere lo scheletro umano, rafforzando tendini e legamenti.
Un altro dei principali disturbi a cui può andare incontro un videogiocatore è la sindrome del tunnel carpale: esistono esercizi per prevenirla?
Certamente per il tunnel carpale ci sono diversi esercizi che vanno a migliorare e aumentare la resistenza del polso, della mano e dell’avambraccio. Esercizi mirati sulla resistenza con elastici, sul rafforzamento e sullo stretching. Tutto questo serve ad aiutare e prevenire l’infiammazione evitando la cronicizzazione.
Negli esports, oltre alla preparazione atletica, un ruolo preponderante è svolto dalla mente. Come allenare la mente di un videogiocatore?
La mente è la base in tutti gli sport e non solo. La mente è come se fosse la nostra centralina in una macchina. Va allenata e soprattutto stimolata con degli esercizi propedeutici finalizzati al videogiocatore. Bisogna allenarla con degli schemi motori basati su spostamenti, intuizione, memoria e facilità nell’attivare l’impulso decisionale e la velocità di reazione neuromuscolare per l’atleta.
Oggi tante giovani promesse vengono selezionate partendo dai videogame. Questo avviene per esempio nella Formula 1. Secondo lei sarebbe possibile fare lo stesso nella boxe o nel calcio?
Che dire, secondo me tutto è possibile. Chiaramente è sempre soggettivo. In base alla tipologia della persona (atleta) tutto può succedere, anche negli esports. Potrebbe verificarsi benissimo anche per intraprendere la boxe e il calcio. Ovviamente con dei percorsi divertenti.