Nei videogame i personaggi maschili parlano più di quelli femminili. Lo rivela il più grande studio mai realizzato sui dialoghi nei videogiochi.
La ricerca, intitolata “Gender bias in videogame dialogue”, è stata pubblicata il 24 maggio sulla rivista Royal Society Open Science. A guidarla c’erano la dott.ssa Stephanie Rennick, ricercatrice associata in filosofia presso l’università di Glasgow, e il dott. Sean Roberts, docente presso l’università di Cardiff. Con il loro team, i due studiosi hanno selezionato 50 giochi di ruolo in cui il dialogo è fondamentale, bilanciati in base al sottogenere, all’età del pubblico di destinazione e all’anno di pubblicazione. Il campione analizzato includeva giochi dei principali sviluppatori, come Final Fantasy e The Elder Scrolls, e giochi di sviluppatori più piccoli, come Monkey Island e Stardew Valley. Sono stati studiati oltre 13.000 personaggi, scoprendo che quelli maschili hanno in media il doppio dei dialoghi rispetto a quelli femminili. Inoltre, il 94% dei giochi analizzati conteneva più dialoghi maschili che femminili, inclusi i giochi con più protagoniste.
Oltre che nei personaggi principali, lo stesso squilibrio di genere è stato riscontrato nei personaggi minori e persiste anche quando si prendono in considerazione le scelte del giocatore sul genere del protagonista e il dialogo opzionale. Inoltre, anche se la percentuale di dialoghi femminili sta lentamente aumentando, i personaggi femminili hanno maggiori probabilità di scusarsi, esitare o essere educati, rafforzando così gli stereotipi sul comportamento di genere. Lo studio ha anche riscontrato squilibri nelle persone con cui parlano i personaggi. I maschi, infatti, tendono a parlare con altri personaggi maschili, mentre le donne parlano meno del previsto con altre donne. Non è stato invece possibile eseguire analisi sui generi non binari e di altro tipo perché c’erano pochissimi personaggi appartenenti a queste categorie: solo 30 su 13.000, o circa la metà rispetto alla vita reale.
Lo studio sui dialoghi nei videogiochi ha svelato un altro grave squilibrio di genere nel settore. I fattori che lo causano sono diversi. Innanzitutto il contenuto dei videogiochi: è più probabile che essi abbiano protagonisti maschili piuttosto che femminili. Inoltre molti giochi costringono le donne a ruoli stereotipati. Più dialoghi non significano necessariamente una migliore rappresentazione di genere: anche il loro contenuto è importante. Per esempio, nel remake di Final Fantasy VII, il personaggio femminile Jessie ha dieci volte più dialoghi che nell’originale, ma spende la maggior parte del tempo a flirtare con il protagonista. Un altro approccio per risolvere lo squilibrio potrebbe essere l’uso della tecnica del “ribaltamento di genere”, che consiste nello scrivere i personaggi come se fossero di un genere, per poi cambiarlo durante lo sviluppo della storia.
A conclusione dello studio, il dott. Sean Roberts dell’università di Cardiff ha espresso la speranza che gli sviluppatori utilizzino questi risultati per apportare modifiche utili in futuro. « Giocatori e sviluppatori richiedono una rappresentazione più diversificata – ha dichiarato -. Quindi speriamo che gli sviluppatori prendano in considerazione la possibilità di affrontare gli squilibri che abbiamo riscontrato per creare giochi più inclusivi».
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