Negli scorsi giorni se ne è andato Andrea “Mush” Caramuscio, tra i protagonisti della scena italiana di Fortnite.
Parlare di esports significa spesso raccontare eventi, risultati, a volte anche personaggi che fanno parte di questo settore, come Andrea “Mush” Caramuscio, player di Fortnite. In questo caso, però, la notizia che diamo è decisamente triste: il giocatore classe ‘96, di Piove di Sacco (Pd), è infatti venuto a mancare nelle scorse settimane, lasciando un vuoto in tutti coloro che lo hanno conosciuto nel corso degli anni.
Chi era Andrea “Mush” Caramuscio
Il nome di Mush si era fatto strada nella scena competitiva italiana agli inizi del 2019, ricevendo le attenzioni del Team Amelia, all’epoca uno dei più attivi nel settore nazionale, dopo aver giocato anche a calcio, nel Calcio Padova. In particolare Caramuscio era salito agli onori della cronaca in occasione della Fortnite Gillette Bomber Cup, vincendo la tappa del Lucca Comics & Games. Vittoria che gli ha permesso poi di partecipare alle finali della Milan Games Week.
Negli anni successivi Caramuscio ha una breve parentesi con il Gr24 Team ma è proprio con gli Amelia che trova serenità e costanza. A inizio 2022 il passaggio da proplayer a content creator, diventando uno dei volti degli Fdp Esports. A inizio 2023, poi, una rara malattia che lo ha costretto a un trapianto di midollo. Un intervento che sembrava inizialmente riuscito e soprattutto accettato dal suo corpo. Poi, qualche settimana fa, l’improvviso collasso e rigetto del midollo trapiantato, contro cui non c’è più stato nulla da fare.
Il ricordo di Ravotti
Mush ci lascia ad appena 27 anni da poco compiuti, un ragazzo che ha saputo lasciare la propria impronta in coloro che lo hanno conosciuto. Fabio Ravotti, in quegli anni team manager degli Amelia, lo ricorda così: “Sembra banale ma era davvero un ragazzo solare con cui abbiamo trascorso momenti davvero divertenti e felici. Ricordo in particolare una serata, diventata poi una nottata, passata insieme a giocare. Una piccola lan a casa mia, tra risate e gaming”.
Mush non era solo un suo giocatore, racconta Ravotti: “Oltre il rapporto professionale era nato un vero rapporto di amicizia. Siamo stati insieme nel Team Amelia per oltre due anni e questo ci ha permesso di conoscerci meglio e apprezzarci l’un l’altro. Un ragazzo d’oro che lascia un vuoto enorme in me e in chi lo ha conosciuto”. Ci uniamo, per questo, al dolore degli amici e della famiglia, a cui inoltriamo le nostre sentite condoglianze.
Ora i genitori, come riporta il Corriere del Veneto, hanno un sogno, pubblicare il diario di Andrea per aiutare le persone che soffrono di patologie rare e soprattutto sensibilizzare alla donazione del midollo, del plasma e delle piastrine. Un semplice prelievo, poco invasivo, che può salvare la vita a tante persone. “Lui avrebbe voluto così”.