Il capitano del Team Cotoletta, ci racconta del mondo di Splatoon competitivo in vista degli europei.
Sarà il Team Cotoletta a rappresentare l’Itralia ai prossimi europei di Splatoon 3 che si terranno a Francoforte il weekend del 7-8 ottobre. A fare compagnia agli inkling del Vecchio Continente ci saranno anche i campionati europei di Mario Kart e per l’occasione abbiamo intervistato anche i due campioni italiani che gareggeranno per il Bel paese. Ora però è il momento di approfondire le origini e le strategie del Team Cotoletta, neoeletti campioni italiani di un esport, purtroppo, ancora poco conosciuto ma in decisa crescita anche grazie ai recenti investimenti di Nintendo nella scena competitiva. Abbiamo intervistato il capitano di questa squadra di splattatori provetti e chi meglio di lui per capire come nasce la passione per questo titolo particolarissimo e come questa si trasforma in una bruciante voglia di competizioni.
La prima domanda non può che essere sul nome: come è nato il Team Cotoletta e perché si chiama così?
“Il nome “Cotoletta” è nato in modo molto naturale e per niente meccanico. Quando abbiamo iniziato a giocare insieme nel 2020 dovevamo trovare un nome da dare alla squadra, che non fosse “forzato” e che rappresentasse tutti noi in qualche modo. Mentre discutevamo l’argomento la conversazione si è spostata su quali fossero i nostri cibi italiani preferiti: quella sera uno dei nostri compagni, Dario, aveva mangiato le Cotolette. Amavamo come suonava la parola cotoletta e come rimanesse nella mente delle persone. Il resto è storia”.
Come hai scoperto il mondo di Splatoon?
“Ho conosciuto Splatoon in modo molto casuale, nel 2015 (anno di uscita del primo gioco) mentre navigavo su youtube ho trovato il trailer di quello che sarebbe stato poi IL gioco che mi ha accompagnato fino ad ora. Ancora non era uscito quindi decisi di ordinarlo ed aspettare l’uscita del 31 Maggio 2015. È stata la scelta migliore che potessi fare”.
Come ti sei avvicinato all’universo competitivo di questo gioco?
“Io personalmente ho iniziato a giocare sul competitivo di Splatoon 2 grazie al mio vecchio team italiano, ma solo quando mi sono distaccato da loro e ho conosciuto dei giocatori internazionali ho potuto realmente capire quanto fosse divertente competere in tornei mondiali”.
Chi sono i suoi compagni di squadra? Siete un gruppo di amici o vi siete conosciuti online per competere?
“I miei compagni di squadra sono attualmente 4: BennyGT, Dario, Lion e Kitsu. Io con i primi 3 sono amico dal 2016 anche se solo nel 2020 abbiamo deciso di iniziare a giocare insieme su Splatoon 2. Kitsu è la “new entry” del nostro team, lo ho personalmente reclutato pochi mesi fa e posso dire ad oggi che si è integrato benissimo con noi, in-game e non. Il Team Cotoletta non è solo una squadra di Splatoon ma un gruppo di amici che gioca insieme per divertirsi e per condividere bei momenti”.
Raccontaci una tua sessione di allenamento, sono sempre in gruppo o è importante fare pratica anche in solitario?
Splatoon 3 è uno sparatutto che si gioca in 4v4 quindi difficilmente mi diverto quando sono da solo. Grazie alle risorse che sono ad oggi presenti nel competitivo, è facile fare amicizia e giocare con giocatori di alto livello e di altre nazionalità. Di solito gioco con loro in allenamenti o tornei: credo che variare i giocatori con cui si gioca di tanto in tanto sia la chiave per migliorare”.
Raccontaci le tue tre armi preferite, che effetto hanno e perché il loro stile di gioco è il migliore secondo te
“La mia arma preferita in assoluta è lo Splatter con mirino logo, il “cecchino” del gioco. È un’arma che ormai uso da anni e anche solo provare un’altra classe di armi per me non sarà mai la stessa cosa. È un’arma che richiede tanta pazienza e molta skill meccanica ma che è in grado, da sola, di bloccare un intero team nemico. Il mio stile di gioco si è evoluto con il passare degli anni e con il cambiare del gioco. Ad oggi direi che non mi faccio problemi a spingermi oltre per bloccare parti delle mappe in cui, con la mia gittata, riesco a raggiungere e cogliere di sorpresa il nemico: è una delle cose che più preferisco. Il cecchino non è l’arma perfetta, ma nelle giuste mani può essere veramente un grande problema”.
Chi sono stati gli avversari più ostici in Italia? E chi temete di più a Francoforte?
“Non abbiamo avuto problemi quest’anno, come 3 anni fa, a competere in Italia. Abbiamo tutti una grande esperienza nel competitivo ed eravamo sicuri e convinti di vincere, o almeno, chi doveva essere il campione se non noi? È importante non farsi prendere dall’ansia e dubitare delle proprie abilità, solo così siamo stati in grado di vincere il campionato Italiano senza perdere una sola partita. D’altra parte, a Francoforte, siamo consapevoli che ci saranno persone che sono molto più attive di noi e anche più brave. Il team che più temiamo è quello francese, gli Alliance Rogue. Ci impegneremo per dimostrare all’intera Europa di che “pasta” siamo fatti”.
Che strategia avete usato per vincere? Siete più metodici o più aggressivi?
“È strano per me poter mettere per iscritto le nostre tattiche perché, oltre a dei piani di gioco molto tecnici che ora mi viene difficile spiegare, nel corso del torneo la nostra strategia consisteva principalmente nel controllare perfettamente chi ci circondava. Sapevamo tutti cosa dovevamo fare, quando usare la nostra Arma Speciale e dove posizionarci. In alcune partite non c’era nemmeno bisogno che parlassimo, eravamo in grado di leggerci nella mente”.
Cosa ne pensi dell’ecosistema esportivo di Splatoon? C’è qualcosa di cui senti il bisogno o che vorresti che cambiasse?
“Sì, in realtà ci sono molte cose che non amo. Vorrei che l’ambiente fosse più propenso all’ aiutare gli altri, a trattarsi con rispetto, all’evitare insulti ed odio ingiustificato. Sono cose che tutti in un modo o nell’altro abbiamo vissuto almeno una volta, ma questo non annulla invece tutto ciò che c’è di positivo nella community”.
Quali sono i vostri piani dopo Francoforte?
“Purtroppo è troppo presto per dirlo, io spero che il Team Cotoletta potrà continuare a competere se non con le stesse identiche persone almeno con alcune “new entry” che ho già in mente ora come ora. Io farò di tutto per ritagliare del tempo da investire in un gioco che amo e che mi diverte e spero che sia lo stesso per i miei compagni :)”