Magic: The Gathering, il gioco di carte collezionabili per eccellenza, compie 30 anni quest’anno e per celebrare questo traguardo è stato prodotto un documentario sulla sua storia.
Magic: The Gathering è uno dei giochi di carte più popolari del pianeta. Oggi diamo per scontato il suo dominio del mercato e il suo status di icona del mondo nerd ma quando è nato, è stato più volte sull’orlo del precipizio. In questa storia l’Italia gioca un ruolo di primo piano perché è stato il primissimo paese in cui MTG è stata tradotto grazie alla passione di Giovanni Ingellis, scomparso 25 anni fa e padre di Stratelibri, la prima casa editrice che ha pubblicato il gioco. Magic è stato presentato al pubblico italiano al Lucca Comics and Games del 1994 con il suo famosissimo game designer Richard Garfield; 30 anni dopo la fiera lucchese ha ospitato l’anteprima del nuovo documentario Igniting the Spark. The Story of Magic: The Gathering.
Questo lungometraggio, diretto da Kelley Sleagle e prodotto da Brian Stillman e Seth Polansky, usa delle interviste e tanto materiale d’archivio per raccontare la storia delle origini, del successo e della crescita di quello che è stato il prodotto di punta di Wizards of the Coast. Protagonista del documentario, insieme al leggendario Richard Garfield, anche Pete Adkison, fondatore di WotC e mente dietro il successo economico dell’azienda. Tutto comincia nello scantinato di Adkison tra i manuali di Dungeons and Dragons e il sogno di creare una compagnia di successo. Dopo le difficoltà iniziali, la cronica mancanza di capitale e la competizione agguerritissima nel mercato dei giochi di ruolo, un giovanissimo Richard Garfield si approccia alla compagnia con un idea, quella di creare il primo gioco di carte collezionabili al mondo.
“All’epoca sembrava folle” ha detto Adkison, “l’idea che comprando il gioco non avresti posseduto tutte le carte era impensabile, del resto nessuno aveva mai fatto un gioco che, al lancio, ne aveva così tante”. Guardando il documentario, infatti, è evidente che prima dell’universo dei planeswalker, delle terre e delle creature, Garfield abbia creato il concetto di trading card game in cui, da un mazzo di partenza, si possono comprare delle bustine per arricchire la propria collezione e potenziare il mazzo. Il film continua raccontando gli accordi con gli stampatori, le fatiche della distribuzione, la nascita dello stile artistico e il primo impatto con il grande pubblico. É un buon prodotto, nostalgico il giusto, e mai troppo autocelebrativo. Noi abbiamo visto solo la prima ora abbondante di Igniting the Spark perché il film è ancora in lavorazione e ci è venuta voglia di scoprire il resto.
Più per il prodotto in sè, crediamo che, come nel caso del suo predecessore dedicato a Dungeons and Dragons, questo film vada visto anche solo per imparare la storia degli universi che plasmano ancora oggi il mondo nerd, della poca fiducia che è stata riposta in loro e di come siano stati capaci di emergere nonostante le difficoltà. Il fatto che tutto sia corredato da grafiche, musiche, spot e animazioni anni ’90 è solo un gentile tocco di nostalgia che farà sentire i veterani del gioco davvero anziani.