Dragon’s Dogma 2 è un’esperienza di gioco colossale che ha bisogno di molto tempo per essere valutata come si deve.
Dragon’s Dogma 2 è uno degli esempi più brillanti di ciò che un gioco di ruolo contemporaneo è in grado di fare. Lo stiamo giocando incessantemente da quando ci è stato reso disponibile in anteprima e abbiamo la sensazione di stare solo scalfendo la superficie di ciò che è possibile nel nuovo GDR generazionale sviluppato da Capcom.
Tutto ciò che speravamo si concretizzasse dopo le nostre ultime anteprime è diventato realtà nel gioco completo: la storia ha acquisito profondità e significato mentre le attività secondarie si sono moltiplicate a dismisura. Le Vocazioni, poi, ciascuna con un suo estensivo sistema di progressione, sono varie, profonde e garantiscono l’immersione di chi gioca all’interno del mondo e della storia.
L’assenza di viaggio rapido è l’unico elemento che, per ora, ci sta dando fastidio viste anche le distanze di gioco non indifferenti. La ragione è che, visto lo spirito completista insito in questo gioco, ci induce a fare tutto quello che è disponibile in un’area prima di procedere. La qualità delle missioni secondarie oscilla tra l’ottimo e il noioso (ma queste ultime sono relativamente poche) quindi, a volte, abbiamo avuto la sensazione che il gioco stesse tirando il freno.
Finora, però, la missione principale con le sue molte opzioni d’approccio disponibili ad ogni grande giuntura narrativa, ci ha completamente rapito non tanto dal punto di vista narrativo (per cui aspettiamo la conclusione prima di esprimerci) quanto da quello delle sfaccettature: la parola d’ordine di Dragon’s Dogma 2 è l’espressione del proprio modo di giocare e la sua storia principale è il massimo esempio della concretizzazione di questo approccio.
Le pedine sono un altro aspetto importantissimo di questo gioco nel loro essere una sorta di chiave per aprire porte inaspettate. Questi personaggi controllati dall’intelligenza artificiale che completano il party del protagonista, sono enormi aiuti in fase di combattimento ed esplorazione (in fase di recensione ne approfondiremo le ulteriori funzioni e personalizzazioni) ma soprattutto si inseriscono all’interno della storia come pezzi di un puzzle. Con la pedina giusta alcune missioni prenderanno pieghe inaspettate mentre con quella sbagliata altre ancora saranno quasi inaccessibili. Avere i giusti compagni di avventura è tanto importante quanto imbracciare le armi migliori.
Finora abbiamo avuto modo di esplorare solo tre delle 9 (+1) classi disponibili e l’identità forte di ciascuna è segno che c’è molto potenziale di rigiocabilità in Dragon’s Dogma 2. Dopo essercene innamorati durante la nostra seconda anteprima, abbiamo deciso di intraprendere la strada dell’Arcier-Mago che ci ha accompagnato per la maggior parte della nostra avventura. La progressione e l’evoluzione di questa classe sono sufficientemente lineari da non doversene preoccupare ogni dieci minuti di gioco ma abbastanza stratificati da offrire evoluzioni importanti al personaggio in modo regolare.
Il punto forte di Dragon’s Dogma 2, lo ribadiamo, è che va alla velocità del giocatore in qualsiasi momento. Raramente abbiamo incontrato un titolo capace di adattarsi ai desideri del giocatore come Dragon’s Dogma. Se in una particolare sezione avete voglia di fare casino, il gioco ve lo permetterà con tutta una serie di meccaniche assurde che vi faranno ridere di gusto. Volete un’avventura tetra e piena di misteriosi pericoli? Il gioco ve la offre quasi ad ogni occasione tra gli approcci disponibili.
Volete una missione a cuor leggero? C’è (quasi) sempre il modo di usare la diplomazia, il baratto o altri metodi astuti per aggirare il prossimo ostacolo. Dragon’s Dogma 2 è un gioco di ruolo davvero contemporaneo capace di dare al chi lo affronta una sensazione autentica di scelta della propria avventura. Ora non ci resta che completare davvero l’avventura per esprimere il verdetto finale sull’ultima fatica di Capcom che, nell’ultimo periodo, non ne sbaglia una.