Abbiamo visto in anteprima tutte le novità annunciate alla Gamescom per Indiana Jones e l’antico Cerchio, eccole spiegate.
Indiana Jones e l’antico Cerchio è uno dei giochi più attesi dell’anno. Prodotto da MachineGames, la casa che si è occupata degli ultimi Wolfenstein, questo gioco promette un’esperienza che vi farà finalmente vestire i panni del leggendario archeologo avventuriere.
Dopo una dettagliata presentazione e una chiacchierata con Jerk Gustafsson (Game Director) e Axel Torvenius (Creative Director) abbiamo un’idea molto più chiara sulla direzione, le fondamenta e l’obiettivo del progetto che farà della semplicità e dell’autenticità i suoi pilastri portanti.
Indiana Jones è tre cose: misteriosi intrighi millenari, enigmi con trappole e meccanismi e prendere a cazzotti i nazisti e il gioco di MachineGames sembra diviso equamente tra queste tre attività. Il gameplay dell’antico Cerchio, infatti, è composto dall’esplorazione frusta alla mano dei siti archeologici (da documentare con la macchina fotografica), dalla risoluzione di enigmi ambientali incastonati nelle meraviglie del mondo antico e delle classiche scazzottate con i fedelissimi del Terzo Reich.
Per quanto riguarda l’esplorazione, la trama ci dà un aiuto per quanto riguarda ciò che possiamo aspettarci: l’antico Cerchio, infatti, è formato da una serie di importanti siti archeologici che, allineati, formano una circonferenza perfetta sul nostro pianeta. Questi nascondono un potere che, nelle mani sbagliate, potrebbe fare molti danni. Per questo Indiana, in compagnia di Gina, una giornalista italiana, si mette in viaggio per andare alla ricerca degli artefatti contenuti in questi luoghi.
A livello di timeline, è stato Tod Howard a decidere che l’avventura sarebbe stata collocata posta proprio nel mezzo della trilogia originale: dopo i Predatori dell’Arca Perduta (è considerato un seguito diretto di quel film) e prima dell’Ultima Crociata in degli anni ’30 “pazientemente e meticolosamente ricreati per essere fedeli alla magia realizzata da George Lucas” ha detto Torvenius. A livello di level design, questo approccio si traduce in livelli “per la maggior parte lineari ma estremamente curati”, continua il direttore creativo.
Dai video mostrati ci sentiamo di avvalorare le sue parole: oltre al segmento mostrato alla Gamescom, infatti, abbiamo visto anche una buona parte di un livello ambientato nei sotterranei della Sfinge di Giza. I corridoi pieni di iscrizioni, le trappole con scheletri e pugnali, le leve e gli elementi interagibili dei puzzle ci sono parsi molto curati e ci hanno convinto a livello di immersività visiva.
I giocatori viaggeranno dal Vaticano all’Himalaia passando per le Piramidi e i templi ricoperti di vegetazione nel Sud Est Asiatico: si prospetta un vero e proprio giro del mondo con un misto di siti reali e inventati (“l’avventura non sarebbe stata altrettanto divertente se ci fossimo limitati ai luoghi che esistono davvero” ha specificato Torvenius) per raccontare questa storia.
“Una delle meccaniche chiave del gioco è la macchina fotografica di Indi: sarà fondamentale per scoprire più informazioni sui siti archeologici e per progredire nella storia” ha detto Gustafsson. “Vogliamo creare un gioco che instilli un forte senso di avventura e curiosità nel giocatore e ricompensarlo con sorprese e ancora più mistero se sceglierà di passarci del tempo”.
L’altra grande componente del gioco è il combattimento misto allo stealth. É possibile, infatti, approcciare molte situazioni cercando di non fare rumore e usando oggetti trovati in giro (come un martello da geologo) per stordire i nemici presenti e passare inosservati. Quando verrete scoperti dovrete vedervela a colpi di revolver, frusta e cazzotti con gli scagnozzi del führer.
La frusta, che i designer hanno descritto come “una delle cose più difficile da ricreare fedelmente, oltre che per esplorare le rovine serve a portare a portata di pugni i nemici. Non è stata approfondita la meccanica di parata, schivata e di colpo ma sappiamo che “le scazzottate sono state la nostra priorità in fatto di combattimento perché sono ciò che fa sentire il giocatore immerso nei panni di Indiana Jones” ha detto Gustafsson.
Lo stealth sarà importante per esplorare le cosiddette aree vietate, accessibili solo con un travestimento. Qui sarà fondamentale non attirare lo sguardo di chi potrebbe aver voglia di indagare il perché della vostra presenza, e passare così inosservati. Nei video abbiamo visto il travestimento da alto prelato e quello da lavoratore negli scavi delle Piramidi, ma ce ne saranno diversi altri. Le aree più aperte e meno lineari non saranno tutte ristrette: “Indiana Jones ha bisogno di scovare tutti i segreti di un luogo prima di poter procedere, per questo ne abbiamo nascosti diversi, lasciando scegliere al giocatore se andare avanti o fermarsi per scoprire qualcosa in più” conclude Torvenius.
Giocando, infine, sarà possibile imparare nuove abilità accumulando gli Adventure Points, una risorsa che si ottiene raccogliendo dei collezionabili speciali, scattando foto e risolvendo enigmi. Una di quelle mostrate, per esempio, permetterà a Indiana di rialzarsi dopo essere andato ko durante un combattimento a mani nude. Ora non ci resta che aspettare l’opportunità di provare con mano questo gioco così da capire se gli sforzi narrativi e immersivi di MachineGames hanno dato i loro frutti.
In chiusura alla presentazione gli sviluppatori hanno voluto dare una risposta chiara e concisa a tutti coloro che si sono lamentati della scelta della prima persona al posto della terza in stile Uncharted: “Questo gioco vuole portarvi a tu per tu con gli enigmi, i misteri, gli strani artefatti e i cattivoni del mondo di Indiana Jone e solo la prima persona ci permette di raggiungere il livello di immersione che si siamo preposti”.