Nonostante i problemi di stabilità, le imperfezioni di Star Wars Outlaws hanno carattere: scopriamole nella nostra recensione.
Star Wars Outlaws non è perfetto ma potrebbe essere la boccata d’aria fresca lontano dalla Forza di cui molti fan della Galassia Lontana Lontana hanno bisogno. Dopo averlo recensito tutte le nostre ottime prime impressioni in fatto di storia, varietà e dinamiche hanno trovato fondamento, ma alcuni problemi più gravi sono emersi una volta avuto accesso alla versione completa.
É notizia di questi giorni che Ubisoft ha costretto migliaia di utenti che hanno sborsato più di 100 euro per l’early access a dover cancellare i loro salvataggi dopo l’implementazione di un aggiornamento per sistemare dei bug che rendevano il gioco inutilizzabile. Questo, va detto fin da subito, è inaccettabile per uno studio così grosso che, vista la proprietà intellettuale altrettanto grossa, avrebbe dovuto testare ogni cosa all’infinito per impedire una situazione del genere.
Una volta implementato il suddetto aggiornamento, però, la situazione si stabilizza su un livello di bug a cui nessun gioco della casa francese è estraneo, e a cui gli utenti abituali sono, appunto, abituati. Messo tutto questo da parte, quello che resta è un divertente videogioco su licenza che non sfida i limiti dei titolo d’azione e d’avventura, ma che riesce a dare vita a un lato dell’universo di Star Wars criminalmente sottoutilizzato.
La protagonista Kay Vess, infatti, non è né una jedi né una sith ma una criminale che, corteggiando a turno le quattro organizzazioni criminali più pericolose della galassia, cerca di portare a casa il colpo della vita. Per farlo, recluta la consueta banda di squinternati grazie a una serie di peripezie ai quattro angoli dell’orlo esterno. Outlaws, all’atto pratico, è composto da una serie di mappe open world, ciascuna divisa in segmenti controllati da un’organizzazione criminale.
Durante il gioco vi verranno presentate delle scelte che faranno contenti i membri di Alba Cremesi, per esempio, facendo arrabbiare gli Hutt o i Pyke. Le relazioni con ciascun clan decretano la facilità di infiltrazione in alcuni ambienti, gli sconti dei mercanti affiliati a una determinata organizzazione e tutta una serie di altri parametri. In base alla nostra esperienza, tuttavia, queste scelte non influiscono sulla storia principale che progredisce indipendentemente dall’affiliazione.
Nei panni di Kay dovrete infiltrarvi usando lo stealth, sparare a tutta una serie di nemici e impossessarvi degli artefatti, obiettivi o personaggi più disparati. Le sezioni in cui non essere notati sono quelle tipiche di un titolo Ubisoft tra allarmi, distrazioni e colpi per mandare KO le guardie, il divertimento arriva quando bisogna usare Nyx, l’Axolotl chimera migliore amico della protagonista. Lui può attirare l’attenzione, colpire i nemici, premere i pulsanti e tante altre cose.
A livello di armamenti non aspettatevi molta varietà, il vostro blaster ha 3 modalità di fuoco e potrete raccogliere qualche arma dai nemici. Misteriosamente, poi, vicino ai luoghi dove si andranno a piazzare le truppe imperieli e gli scagnozzi di Jabba c’è sempre un barile di esplosivo che qualcuno ha dimenticato lì. Questa meccanica è divertente all’inizio, ma dopo un po’ stanca. Potrete anche tirare fuori il John Marston che è in voi in combattimento, perché Kay ha l’equivalente del deadeye del protagonista di Red Dead Redemption per rallentare il tempo ed eliminare più nemici in un colpo.
Combatterete anche a bordo del vostro speeder (un’esperienza piuttosto deludente quando non frustrante) e nello spazio a bordo della vostra astronave. Quest’ultima parte l’abbiamo trovata davvero ben fatta, fluida e divertente, ma soprattutto senza pretese. Non è un simulatore ma una riproposizione di quello spirito da battaglie spaziali che si vede nei film: i buoni vinceranno, magari con qualche difficoltà, e la nostra eroina riuscirà ad arrivare dove deve.
Il punto di Star Wars Outlaws è di essere una storia alternativa per questo universo e riuscire dove Solo, il prequel, ha fallito. Kay è una criminale dal cuore d’oro credibile, i suoi compagni sono ben motivati, chi dalla vendetta e chi dall’avarizia, i suoi nemici (fatta eccezione per il cattivo principale che si vede solo nelle cutscene) sono ben integrati e il sistema di relazioni vi farà sentire un vero mascalzone dell’Orlo Esterno. Sì, ci sono dei bug, sì, l’originalità non era la priorità degli sviluppatori e sì, il gioco è davvero divertente se non gli si chiede più di quello che è stato progettato per dare.