Funko Fusion è prima di tutto un’opportunità mancata perché non riesce a sfruttare al meglio le sue molte licenze piene di potenziale.
I Funko Pop, che piacciano o meno, sono una realtà consolidata del mondo del collezionismo e ora c’è anche un videogioco che li vede protagonisti di cui, forse, il mondo del gaming poteva fare a meno. Potete immaginarvi Funko Fusion come uno sparatutto in terza persona comico e cartoonesco con la struttura, l’umorismo (anche se lo sconsiglieremmo a un pubblico di giovanissimi) e le dinamiche di un videogioco della LEGO, un po’ come il recente The Skywalker Saga. Il problema è che questo titolo non ha praticamente nulla a suo favore fatta eccezione per le sette licenze che animano i capitoli principali.
Da Jurassic World a Scott Pilgrim passando per Hot Fuzz, Masters of the Universe e Umbrella Academy, Funko Fusion si propone di raccontare una storia che spazia più universi. Secondo noi, però, avrebbe fatto meglio ad essere solo una raccolta di avventure separate, ciascuna con le dinamiche e le interazioni proprie del suo franchise. Invece, i giocatori si ritrovano nel mezzo di una rivalità tra due personaggi dell’universo Funko di cui nessuno ha mai sentito parlare (Funko Freddy ed Eddy Funko) che va a intaccare quelli che sarebbero stati sette capitoli (né rivoluzionari, né troppo divertenti) almeno godibili perché fedeli ciascuno al suo franchise di riferimento.
Giocando a Funko Fusion ci siamo ritrovati tra le mani un’esperienza artisticamente curata ma videoludicamente amareggiante per quante cose potevano essere fatte in modo diverso. Per prima cosa, i boss finali di ogni livello sono tutti uguali tra loro per meccaniche e flusso di gioco con solo la cutscene finale che fornisce una boccata d’aria fresca. Le missioni da portare a termine nei livelli si somigliano in modo disarmante e richiedono spesso e volentieri di ritornare sui propri passi per recuperare uno strumento o una risorsa.
I livelli sono molto curati e fedeli agli universi di appartenenza (le esplosioni di Masters of the Universe sono molto carine) ma sono pieni di muri invisibili che impediscono l’esplorazione. Il combattimento, poi, all’inizio è divertente quasi quando in un titolo LEGO, ma è presto appesantito da un design delle missioni dalla ripetitività eccessiva e capace di mettere alla prova la pazienza anche del più appassionato di questa linea di giocattoli.
Uno dei difetti più evidenti di Funko Fusion è il fatto che le potenzialità comiche e di intrattenimento delle licenze coinvolte vengono completamente sprecate dal mutismo di tutti i personaggi. Niente battute sarcastiche in Scott Pilgrim, niente frasi ad effetto in Jurassic World, niente momenti imbarazzanti in Umbrella Academy e niente parolacce in Hot Fuzz. Il risultato è un gioco bello da vedere (i bug non mancano anche da questo punto di vista comunque) ma noioso e ripetitivo da giocare.
Funko Fusion fa troppi errori per poter essere raccomandato anche al fan più sfegatato di queste statuette. Le licenze sono state ben tradotte e l’umorismo di questi personaggi fa sorridere ogni tanto ma le note positive finiscono qui. Lo shooting diventa ripetitivo molto in fretta, i livelli sono estremamente ripetitivi, la progressione conta molto poco, la meccanica di raccolta dei pezzettini di vinile è troppo simile a quella dei videogiochi LEGO e i boss finali di ogni grande storia vengono sistematicamente rovinati dalla rivalità di cui non importa nulla a nessuno al centro del gioco.
Se questa esperienza fosse stata una raccolta di avventure da universi su licenza reimmaginati (ma preservati nelle loro storie) dalla Funko, sarebbe stato molto più semplice soprassedere ai difetti di game design, invece la casa di produzione ha deciso di puntare sulla sua lore riuscendo solo a intaccare le popolarissime licenze che è riuscita a mettere insieme per questo videogioco.