Un sondaggio condotto da Bryter Company su circa mille giocatrici invita a riflettere ancora una volta sui comportamenti misogini subiti online dalle donne.

Bryter, una società di ricerche di mercato con sede a Londra, ha condotto un nuovo sondaggio su circa mille giocatrici nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Dalla ricerca emerge che il 65% delle intervistate ha sperimentato comportamenti tossici online nel 2023. Nonostante la percentuale sia in calo rispetto al 72% del 2022, i dati rivelano che il problema resta grave.

«È il primo cambiamento positivo che abbiamo visto da quando è iniziata la nostra ricerca, nel 2019 – ha dichiarato Jenny McBean, che dirige la sezione gaming di Bryter -. La percentuale si è ridotta al 65 %, che è una diminuzione significativa. È fantastico, ma non possiamo semplicemente dare per scontato che ora vada tutto bene. Sono ancora due donne su tre».

Nonostante la diminuzione dei comportamenti tossici dal 72% al 65%, il 20 % delle giocatrici intervistate ha dichiarato di scegliere di non giocare online per il timore di potenziali molestie. E una su dieci è stata addirittura minacciata di stupro.

Intervistata da Sky.com, Jenny McBean ha spiegato che le molestie iniziano spesso con commenti sessisti, per degenerare poi in minacce di stupro e di violenza fisica. Questi attacchi alle gamer non si verificano solo su Discord, ma in generale in tutti i videogame in cui sono ancora attive le chat vocali.