Se avete amato Diablo 4 nella sua campagna originale, la sua prima espansione Vessel of Hatred vi lascerà altrettanto soddisfatti.
I fan di Diablo sanno cosa aspettarsi da un’espansione: una nuova classe, una nuova zona e una nuova storia. Vessel of Hatred, la prima aggiunta di peso a Diablo 4, non solo soddisfa questi requisiti, ma riesce ad eccellere in alcuni punti dove il gioco base poteva risultare un po’ fiacco. Anche quest’ultima aggiunta ha i suoi difetti, ma considerata la mole di nuovi contenuti, l’evoluzione della direzione artistica e tutte le novità da provare sul fronte del gameplay, questa espansione ci ha lasciato abbastanza ottimisti sul futuro del gioco.
Le cose più importanti da sapere sono che la nuova regione, chiamata Nahantu, abbandona l’estetica gotica europea in favore di un’atmosfera mesoamericana con bellezze e orrori dall’impero azteco e maya. Le cattedrali in rovina e le pianure innevate lasciano spazio a giungle corrotte e canyon in cui si nascondono orrori e infestazioni. Particolarmente degna di nota la zona del Campo dei Giganti, dove degli uomini si sono insediati negli scheletri di enormi demoni morti da mille anni per estrarne le risorse avvelenando così il terreno circostante.
Quello che ci è piaciuto di più di questa ambientazione è la boccata d’aria fresca a livello cromatico che porta all’atmosfera di gioco. Persino la caverna più maledetta riesce a trasmettere un senso di mistero esotico come il gioco originale non riusciva a fare. A livello narrativo, invece, Vessel of Hatred è un seguito diretto delle vicende di Diablo 4 perché ruota attorno a Mefisto, il padre di Lilith. É molto interessante andare ancora di più nel passato antico di questa saga alla scoperta dei suoi misteri ma, a livello generale, non siamo stati rapiti dalla storia tanto quanto nelle prime ore del gioco base.
Il piatto forte di questa espansione (insieme ai molti nuovi nemici che garantiscono freschezza sia a livello visivo che meccanico) è la nuova classe dello Spiritista, e qui ci siamo proprio divertiti. Con un nucleo principale dedicato al corpo a corpo, animali feroci in stile druido, attacchi magici e una tempesta di colori, questa nuova classe è stata il catalizzatore del nostro divertimento in compagnia di Vessel of Hatred.
Le meccaniche principali di questa nuova classe ruotano attorno a quattro spiriti di animali, l’aquila, il giaguaro, il millepiedi e il gorilla, ciascuno con un’identità di combattimento diversa e con il potere di influnzare lo stile d’attacco dello Spiritista. L’aquila infligge danno di precisione migliorando la mobilità, il giaguaro del fuoco, il millepiedi avvelena dalla distanza e il gorilla è difensivo e reattivo. il bello è che questi guardiani animali possono essere richiamati in combattimento con effetti che raggiungono un piacevolissimo livello di spettacolarità. In più, ogni animale può infondere con delle passive le abilità per modificarle gli effetti.
Il risultato è che lo Spiritista è una delle classi più mobili e personalizzabili del gioco ed è il compagno perfetto per tornare su Diablo 4 e sentirlo come un’esperienza veramente rinnovata. Oltre a queste novità principali, con Vessel of Hatred arrivano anche quattro mercenari, ognuno con il suo albero delle abilità per poter personalizzare il comportamento di questa unità aggiuntiva. Ci sono Rahir, un portatore di scudo difensivo, Subo, l’arciere per colpire dalla distanza, Varyana, la berserk infuriata, e Aldkin, un bambino-demone che può trasformarsi e massacrare i nemici corpo a corpo insieme al giocatore.
Chiude la lista delle ragioni per tornare su Diablo 4 con Vessel of Hatred la Cittadella Oscura, un’attività di endgame per quattro giocatori con meccaniche cooperative e, finalmente, una funzione per la ricerca dei gruppi così da trovare altri giocatori con cui collaborare. Questo sistema non ha un aggancio narrativo fortissimo, ma non gli serve perché è pensato per unire il combattimento alle meccaniche di risoluzione di semplici enigmi come molti altri MMO fanno nei loro raid e dungeon.
Noi ci siamo divertiti al suo interno, soprattutto perché macinando le ore si ha accesso a dei contenuti cosmetici unici di questa attività, ma non la consideriamo, allo stato attuale, un magnete sufficientemente forte da tenere i giocatori incollati a Diablo 4 per mesi e mesi. Vessel of Hatred ci ha dimostrato che Blizzard ha ancora molto da dire su Diablo 4 sia in termini narrativi, sia estetici, sia meccanici. Se gli sviluppatori riusciranno a mantenere una cadenza annuale per le loro espansioni (con storia, nuove classi, e un endgame), allora questo gioco potrebbe regalare, anche solo per tre o quattro settimane all’anno, un po’ di gioia ai suoi fan di lunga data per diversi anni.