Il Red Bull Home Ground ci ha messo davanti a tanto Valorant di qualità: ecco chi ha vinto e i match da ricordare in questo importante torneo dell’offseason.
Red Bull ha capito ormai che l’offseason (il momento in cui i campionati maggiori sono fermi) è il momento ideale per organizzare i suoi eventi competitivi e l’Home Ground di Valorant non fa eccezione. “É il momento perfetto”, ci ha detto Timofey “Chronicle” Khromov dei Fnatic, “è a un mese e mezzo dalla fine del VCT e a un mese e mezzo dall’inizio della stagione competitiva”.
Così, l’energy drink ha invitato i migliori team sulla piazza (Cloud9, T1, Heretics, Fnatic, Fokus e Karmine Korp) e ha organizzato una serie di tornei di qualificazione (con i quali sono arrivati anche FUT e G2) per mettere in piedi la quinta edizione del suo torneo con lo sparatutto tattico competitivo di Riot Games.
Venerdì e sabato, in un’Arena di Berlino con tutti i suoi 2500 posti a sedere riempiti, la fine dei playoff, le semifinali e le finali hanno dato spettacolo. Purtroppo nessuno dei team emergenti che si sono qualificati per l’evento (Siko Esports, NXT, Permitta Unicorns o Zen Esports) hanno calcato il grande palco, con tanto di scenografia, dell’evento, ma i team di punta hanno messo in campo un Valorant di qualità veramente alta.
Ci è dispiaciuto vedere gli Heretics ritirarsi per colpa di un problema medico, dopo di loro, però, i G2 sono saliti assolutamente infuocati sul palco e hanno portato a casa una vittoria rapida ed efficiente sui Fnatic per 2-0. Chronicle ha diagnosticato così la sconfitta della sua squadra: “Quando hai nuovi giocatori in team (Sayonara e kajaak sono appena arrivati nei Fnatic ndr) ci vuole tempo a insegnargli come funziona tutto. Sono molto orgoglioso del lavoro che abbiamo fatto con loro, ma va così, un mese vinci tutto e quello dopo vai malissimo, capita”.
Se il problema non è stata l’inesperienza dei nuovi arrivati, allora cosa è stato? Un buco nelle difese della squadra: “Quello che non ha funzionato è che siamo rimasti vittima troppo spesso di uno shutdown: i team avversari hanno visto che concentrarsi su uno dei nostri nelle primissime fasi della partita per metterci in inferiorità numerica funzionava spesso e lo hanno tentato più volte. Questo costringe gli altri a giocare più intensamente (overplay) e questo stanca in fretta. Fortunatamente siamo nell’offseason per cui conta fino a un certo punto, abbiamo tempo per migliorare”.
L’entusiasmo dei G2 è durato poco: appena hanno rimesso piede sul palco sono stati completamente abrasi dai Cloud9 che si sono guadagnati il primo dei due posti disponibili per la finale con un 2-0 da manuale su Sunset e Pearl. Francis “OXY” Hoang è stato la stella più brillante del team americano risolvendo diversi round difficili praticamente in solitaria.
L’altra semifinale se la sono giocata i T1 e i FUT con la partita più bella dell’intero torneo. Il primo scontro su Bind è stato una dominazione totale della squadra coreana. Il secondo su Pearl l’esatto opposto: la squadra turca ha messo in piedi una performance davvero da ricordare portandosi in pareggio. La terza partita è arrivata al cambio ruoli con un perfetto 6-6: tutto era in bilico, ma nel giro di pochi round i T1 si sono portati a 12. I FUT hanno tentato la rimonta ma Ascent ha premiato i T1 che si sono presi il secondo posto disponibile in finale.
Prima dello scontro decisivo tra T1 e Cloud9, una leggenda degli sparatutto tattici ha calcato il palco del Red Bull Home Ground per fare il suo pronostico: “Meteor (Kim “Meteor” Tae-o) è il miglior giocatore del torneo, ma se OXY gioca bene la vittoria è dei Cloud9″ ha detto Óscar “mixwell” Cañellas, leggendario giocatore di CS e Valorant che ha colto l’occasione per lanciare gli Otakar Esports, la sua organizzazione competitiva.
La finale è iniziata con una vittoria dei T1 al primo round coronata da una kill di Yu “BuZz” Byung-chul in punta di coltello sull’ultimo membro in vita dei C9. La partita, però è rimasta bilanciatissima fino al cambio ruoli a cui la squadra coreana è arrivata con un leggero vantaggio di 7-5. La seconda metà della partita ha visto come protagonista assoluto Daniel “Rossy” Abedrabbo, che ha clutchato un round impossibile per i C9. Le sue prodezze, insieme alle doppie e triple di OXY, però, non sono bastate a portare a casa la prima vittoria che, per 13-10 è andata ai T1.
La seconda partita, che ha visto il pareggio dei Cloud9, ha avuto di nuovo la firma di OXY e Rossy, la terza ha visto un’incredibile quadrupla uccisione di Kim “stax” Gu-taek che ha portato i T1 al cambio ruoli in perfetta parità. Non contento di restare all’ombra delle imprese del suo compagno di squadra, Ko “Sylvan” Young-sub è andato a prendersi una tripla uccisione al sedicesimo round. Grazie a performance di altissimo livello da parte dei giocatori coreani, il vantaggio è arrivato nelle mani dei T1 che si sono ritrovati a un passo dalla vittoria.
La quarta partita della finale è iniziata bene per i Cloud9 che si sono dimostrati veri professionisti del round delle pistole. La fatica, però, ha iniziato a erodere le performance del team americano con i T1 che hanno sfruttato ogni crepa nelle difese degli avversari. Al cambio ruoli il punteggio era di 8-4 per i T1 che hanno tirato praticamente dritto, nella loro settima mappa della giornata, fino a prendersi tredici round e con loro il Red Bull Home Ground 2024.
“Abbiamo fatto tanti allenamenti, tanta fatica e siamo contenti: non abbasseremo la guardia, faremo ancora più pratica e arriveremo ancora più in forma all’inizio della stagione” ha detto stax subito dopo aver alzato il trofeo. “Bind è una delle nostre mappe migliori, è stato belle chiudere lì. Grazie a tutti i nostri fan in giro per il mondo”.
Prima di salutarlo, abbiamo chiesto a Chronicle quali sono stati gli agenti migliori del torneo e cosa vorrebbe vedere cambiato su Valorant prima dell’inizio della stagione: “Neon è super forte ora, sappiamo che il nerf è in arrivo, Sova, invece, è nel meta da cinque anni. I duellanti come Phoenix hanno bisogno di una mano, molti hanno un problema di utility che funziona bene nel competitivo ma non nel mondo professionistico”.