In un articolo di qualche settimana fa abbiamo pubblicato il parere dell’Accademia della Crusca sulla grafia corretta del termine esports. L’istituto fiorentino, per bocca del responsabile web Marco Biffi, propendeva per lasciare la esse minuscola ed eliminare il plurale “inutilizzato nei neologismi derivanti dall’inglese”.
Oggi è la volta dell’autorevole Treccani, che ha risposto alla nostra domanda su “come si scrive la parola esports“? Riportiamo di seguito il testo integrale della risposta, a firma di Anna Nuti della Digital Library – Archivi e Biblioteca dell’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani.
“Parole nuove come esports creano problemi di grafia già agli stessi nativi anglofoni. Lo dimostra il fatto che perfino in inglese vi sono oscillazioni. Quell’elemento formante e- per electronic è certamente comodo, nella sua rapida sintesi, ma può provocare cortocircuiti o ambiguità semantiche se, unendosi con l’altra parola, fa nascere una creatura poco trasparente. Esport (con la “e” minuscola o maiuscola) potrebbe comunque confondersi con export, che vuol dire tutt’altro. Da qui il tentativo di realizzare una grafia ipoteticamente più chiara: eSport o e-sport.
In Gran Bretagna, come in Italia, non esiste un dirigismo normativo in fatto di lingua. Non è pensabile, a fronte di neoformazioni come “e+sport”, dettare regole: nessuno ha l’autorità per farlo. Bisogna capire in quale direzione andrà l’uso e quale sarà l’uso prevalente degli scriventi. Del resto, un certo grado di polimorfia è accettabile, per i primi tempi (primi tempi fatti anche di anni, e non di minuti, come vorrebbe la frenesia dell’universo neomediatico): ancora oggi, nonostante la parola e-mail sia ormai un “vecchio” neologismo, mentre quattro autorevoli dizionari on line (Nuovo De Mauro, Sabatini Coletti, Hoepli, Treccani) mettono a lemma l’unica forma e-mail (col trattino), nessuno si sognerebbe di censurare grafie come e mail o email (quest’ultima soprattutto è piuttosto diffusa, accanto allo scorciamento ellittico mail, del tutto accettabile); e nessuno oserebbe contestare il suggerimento del Sabatini Coletti, che ammette per e-mail anche il genere grammaticale maschile (un email) accanto al femminile (una e-mail) – dato comunque come prima forma, perché in via di affermazione.
Riportiamo qui quanto rispondemmo a un lettore che ci chiedeva quale fosse la “grafia corretta” di “e+mail”: “Cominciamo col dire che è dai primi anni Novanta del Novecento che entra in italiano e-mail, composto di e(lectronic) ‘elettronico’ e mail ‘posta’, acquisendo di preferenza il genere femminile (si percepisce la corrispondenza con posta o lettera), anche se non manca chi lo interpreta come maschile (un e-mail), sul modello di messaggio. Ormai sembra stabilizzato il femminile. Per la grafia, siamo ancora in regime di oscillazione tra e mail, e-mail ed email. Noi consigliamo e-mail, perché ricorda con chiarezza la composizione con il primo elemento e- riferito all’elettronica. La forma mail, anche questa ormai stabilizzatasi al femminile, rappresenta semplicemente uno scorciamento di e-mail, presente nella nostra lingua, ma non in inglese. Si badi che entrambe le legittime forme e-mail (o email) e mail presentano in italiano due accezioni: 1. posta elettronica 2. messaggio inviato (e, per estensione, ricevuto) tramite posta elettronica“.
Pertanto, tornando a e+sport, non ha senso pretendere di legiferare in termini di maggiore o minore “correttezza”, perdipiù in questa fase sorgiva, per forza di cose fluida e instabile. Nei social si esprime un focoso amore per la lingua italiana, ma anche una velleità autoritaria e censoria che è inaccettabile sia come principio regolativo di ogni discussione, in quanto pensa la lingua come una caserma e i parlanti come reclute disciplinate o indisciplinate (queste ultime da punire), sia come strumento adeguato al raggiungimento dello scopo.
Per parte nostra, possiamo suggerire (lasciando perdere come si regolano i nativi anglofoni) di attenersi alla stessa modalità adottata da molti dizionari italiani per “e+mail”: preferire e-sport (ma non e-sports col plurale inglese), rendendo quindi non soltanto chiari gli elementi formativi del composto, ma anche inserendo quest’ultimo nella serie di parole simili, composte con e-, che di preferenza vengono scritte in tal modo.
Poi bisognerà stare a vedere se la parola effettivamente prenderà piede nell’uso, in italiano, anche in contesti variati, e se lo farà nella variante che qui proponiamo, ma che non abbiamo alcuna autorità di eleggere a normativa“.