È stata la prima in Italia. E adesso, la Asd SimDriverAcademy, che è partita il 6 luglio di due anni fa, sta confermandosi un punto di riferimento per tutti gli appassionati
A parlarne a RedBull, che sta investendo molto in questo settore, è Fabio Giunta, fondatore e presidente dell’academy che ha parlato partendo da dove è nata la storia a dove si sta arrivando: “Tutto è cominciato per caso, una sera di circa 15 anni fa, quando un collega mi invitò a casa sua per farmi provare un simulatore di guida, con cui si poteva, a suo dire, gareggiare in rete. Ricordo che erano circa le 11 di sera: quando riuscii a fermarmi erano le 9 della mattina dopo. Il mio collega dormiva beatamente sulla sedia e io avevo perso un numero piuttosto allarmante di chiamate della mia compagna, legittimamente preoccupata. Il fatto è che avevo appena conosciuto GTR. Da lì il passo fu immediato: rintracciammo un portale che organizzava campionati, SimRacingZone.net, ci iscrivemmo e partecipammo con risultati a dir poco imbarazzanti. Questo ci diede comunque la possibilità di farci notare nel panorama ristretto del simracing e ci portò a conoscere l’allora team manager della Ies Racing Team, Luca Albertoni, che ci invitò a far parte del loro gruppo, e come una chioccia ci svelò tutti i segreti di un mondo per noi incantato. Da quella sera cambiò tutto. La passione era sfrenata e il mio carattere molto competitivo, ma la cosa frustrante era che chi mi domandava cosa fosse il simracing, lo abbinava a una sala giochi, la testimonianza di quanto il nostro fosse un mondo famigliare solo a quelli che definirei “eletti”, considerato il piacere che dà”.
Il 2017 è stato un grande anno per i racing game, ma il 2018 non sarà da meno: “Visto il tempo e l’energia che comunque mi richiedeva, mi resi conto di quanto potesse essere utile spingere questo sport, cominciando innanzitutto dagli amici: li invitavo a casa e trascorrevo le serate a fare prove e a spiegare le immense difficoltà di una “prestazione al limite”, o le innumerevoli variabili da considerare per preparare al meglio una singola gara, figurarsi un campionato. Certo, non sarebbe mai bastato. Ma se qualche anno dopo ho aperto la ASD SimDriverAcademy è perché allora è germogliata l’idea di promuovere questo eSport simulativo, nella speranza che cresca in tutto il mondo, e fornendo a chi si avvicina per la prima volta una struttura e attrezzature di tutto rispetto per cominciare una carriera”.
SimDriverAcademy, perché e come sta andando? “È solo il modo più semplice per spiegare quella che è, nella realtà, una accademia per piloti virtuali – prosegue Giunta – la storia dell’academy è breve ma felice, niente più del semplice frutto di persone che amano questo sport. L’idea di promuovere una sede fisica in cui accasare la simulazione di guida ha contagiato più persone: da me, che la dirigo e mi occupo di ospiti ed eventi, ad Albertoni, che cura la parte grafica e commerciale, fino a Guglielmo Matti, che dopo aver cogestito il centro oggi si occupa delle dirette più importanti. Ci sono poi Matteo e Federico Mascetti, che hanno preparato le postazioni di guida e le scocche tutt’ora in uso, e David Greco, pluricampione ben noto agli appassionati, intervenuto con Thrustmaster per supportarci nella parte hardware. Senza tralasciare aziende come Fondmetal e Omp, che ci hanno permesso di usare i loro loghi e regalato diversi oggetti per allestire i nostri locali. Beninteso, senza alcun fine se non quello di contribuire a una realtà unica in Italia, riconosciuta da Gec e Asi, e con un futuro ancora da scrivere”.
E l’attività attuale? “Questi due anni hanno portato a una selezione naturale di iscritti proprio a causa della difficoltà e dell’impegno impliciti nell’uso dei simulatori. Per chi ne è rimasto “rapito” è stato creato un percorso di crescita, fra pratica e teoria sia sulla guida sia sulla meccanica, il classico set up. Abbiamo organizzato eventi interni con numerose limitazioni regolamentari, per far apprendere in maniera graduale l’enorme carico di lavoro che un simulatore richiede. Questo ovviamente non impedisce a chi voglia solo divertirsi con gli amici di trascorrere una serata a guidare una Ferrari in quel di Monza”.
E qual è la novità appena inaugurata? “Un campionato per gli utenti online e per le sale Lan con un montepremi in denaro finanziato dalla SimDriverAcademy. L’obbiettivo è ripagare, letteralmente, l’impegno necessario per affrontare in maniera professionale una sfida lunga tre mesi. Forse solo un simdriver può davvero immaginarne i sacrifici. L’idea è quella di usare questo primo evento per capirne pregi e difetti, poi organizzarne altri magari con montepremi più consistenti”.
Sempre più scuderie e iniziative si dedicano ai simdriver, come McLaren, scegliendo i piloti dei propri simulatori attraverso tornei virtuali: cosa prevedi succederà in questo senso? “È vero, sempre più scuderie utilizzano i simulatori per sviluppare strategie di gara e apprendere i tracciati, con un risparmio enorme dei costi. Di per sé questo dovrebbe già far capire l’utilità, la verosimiglianza e tutte le difficoltà nel mettersi alla guida di un simulatore. Ciò detto, lo sport motoristico reale ha un seguito pazzesco, e non sono certo io a scoprirlo, ma quello che sta emergendo è che esiste un giro di affari con numeri impressionanti legato alla commercializzazione di giochi arcade di guida simulata, titoli che portano introiti anche ai team attraverso la vendita dei diritti. Credo che questa tipologia di marketing sia senz’altro efficace: tutto ciò che è legato allo sport e alla natura della guida va bene e son sicuro continuerà a crescere, sebbene siano i giochi arcade quelli a far la parte del leone invece della vera simulazione, schiava della sua specificità. Potete capire il mio disappunto nell’assistere a dirette con telecronisti di grido che commentano sui canali televisivi internazionali avvenimenti di guida con joypad. Non metto certo in discussione le capacità dei piloti, ma la simulazione è tutt’altro”.
Quali sono le differenze fra chi videogioca – magari anche ad alto livello – e chi, invece, si dedica al sim racing? “Le differenze sono enormi, ma non a un primo impatto. Al di là degli aspetti puramente visivi, l’arcade e la simulazione partono entrambi con la guida di un veicolo. In una simulazione è però lo sviluppo della vettura, che per essere portata al suo limite necessita di una guida perfetta e di una messa a punto da ingegnere, a creare la sostanziale differenza: l’arcade è perlopiù finzione, la simulazione si basa su dati meccanici reali, diffusi ufficialmente dai costruttori e usa piste riprodotte in laser scanning. Non è un caso se oggi ci sono solo quattro piattaforme simulative in commercio, ognuna con pregi e difetti”.
Quali pensi siano le differenze e le somiglianze principali fra una guida reale e una simulata, e credi che in futuro si possa ridurre questo gap? “Partiamo dal presupposto che esistono simulatori dai costi proibitivi, software che riproducono in tutto e per tutto il movimento e le resistenze della vettura e dei suoi componenti, dalla potenza frenante alla forza G. È inevitabile che la realtà abbia sempre quel qualcosa in più, a partire dagli odori nei box, che per chiunque abbia avuto la possibilità di sentirli sono unici, fino alla percezione della paura: quella di chi sa che non basterà premere “Esc” per uscire da una situazione pericolosa. La principale differenza tra reale e virtuale è l’assenza di forze laterali e longitudinali sulla vettura, oltre alla mancanza di percezione degli effettivi spazi di ingombro, che a monitor distorcono in parte la realtà. È un problema, quest’ultimo, oggi in parte risolvibile, sebbene con visori dai costi ancora eccessivi. Sia chiaro, anche le somiglianze non mancano e anzi comprendono tutti gli altri fattori della guida di un’auto sportiva. Sono convinto che già oggi il gap tra simulazione e realtà sia minimo, ma non sia ancora possibile ridurlo a costi accessibili”.
Tre nomi da tenere d’occhio per il futuro: “Senza citare i tanti pro, ci sono tre piloti incontrati in questi due anni di preparazione che credo abbiano il potenziale per farsi strada nel simracing che conta. I loro rapidi miglioramenti hanno stupito non poco: sono Luca Losio, Luca Ranza e Niko Pasolini. La strada da percorrere è ancora lunga, ma se il buongiorno si vede dal mattino siamo sulla buona strada”.
I progetti futuri? “Continuare a promuovere la simulazione di guida professionale, portare avanti campionati con lo stile di cui ho appena fatto cenno e seguire la crescita di tutti i nostri ragazzi. Il sogno? Divulgare ciò che la SimDriverAcademy fa, aprendo filiali in Italia e chissà, magari nel mondo. Avere un canale Sky dedicato, dove diffondere quel che facciamo e descrivere la fatica che implica, oltre a raccontare in diretta le gare. I sogni abbondano e forse resteranno tali, ma un giorno una persona mi disse: «Solo i sognatori hanno la capacità di vedere in anticipo ciò che gli altri vedranno solo realizzato. Non smettere mai di sognare”, conclude Giunta.