Quando una sconfitta insegna più di una vittoria. In un lungo post pubblicato su Twitter – dal titolo significativo “Cari supporters, dobbiamo parlare”, i Mkers strigliano i sostenitori del team di Rainbow Six. L’organizzazione esportiva, tra le più importanti ed affermate in Italia, ha fatto quello che, nel mondo agonistico attuale, capita sempre più raramente. Ha invitato, infatti, i propri tifosi ad evitare insulti nei confronti degli avversari, atteggiamento che lede non solo l’immagine del team ma dell’intera community italiana all’estero.

Credo sia doveroso spendere due parole in più su ciò che è accaduto nell’ultimo qualifier di Challenger League e non mi sto riferendo alla nostra pessima performance di ieri sera ma della vostra – il duro atto d’accusa del team manager Matteo ‘Ata’ Vassolo -. Parto con il chiarire che ovviamente non si può fare di tutta l’erba un fascio e sicuramente molti di voi sapranno di non essere inclusi in questa categoria, ma più del 70% degli utenti italiani che hanno seguito le nostre partite per supportarci in questi 3 giorni lo hanno fatto nella maniera errata“. “Sono stati rivolti insulti pesanti verso caster e player avversari da gran parte degli utenti italiani all’interno della chat di Twitch“, riassume brevemente Ata aggiungendo che in 3 anni, da quando è responsabile del roster, “mai e poi mai mi sarei immaginato di dover assistere ad uno spettacolo del genere“.

Non ci siamo mai permessi di insultare o minacciare i nostri avversari e neanche voi dovreste sentirvi autorizzati a farlo perché tra noi e i nostri ‘nemici’ non c’è nessuna differenza – sottolinea -, lavorano duramente come facciamo noi e abbiamo la stessa passione e lo stesso obiettivo in comune quindi se rispettate il nostro lavoro vi chiediamo di rispettare anche quello dei nostri rivali. Il 90% di questi rivali in realtà sono nostri amici fuori dai match ufficiali con i quali giochiamo, scherziamo e ci prendiamo in giro“. “Non c’è bisogno di creare rivalità malsane, non ne abbiamo assolutamente bisogno – la conclusione -. Accettiamo lo sfottò sportivo ma non queste situazioni estreme“.