Far convogliare sotto un’unica gestione tutte le iniziative esports europee. Questo l’obiettivo di Isfe Esports, nato dalla collaborazione tra la Interactive Software Federation of Europe e soggetti come ESL, Activision Blizzard, Epic Games, Ubisoft, Riot Games, Electronic Arts, Supercell, Twitch, Bandai Namco e Take-Two Interactive.
L’idea è quella di integrare le iniziative di esports in un’unica impresa, un unico coordinamento, e potrebbe essere probabilmente la scelta giusta per uniformare un mondo attualmente spezzettato e colmo di dislivelli come è attualmente la scena videoludica competitiva europea. Tant’è vero che la Isfe Esports, secondo quanto riporta The Esports Observer, avrebbe già ottenuto il sostegno di U.S. Entertainment Software Association (ESA), Entertainment Software Association of Canada (ESAC) e International Game & Entertainment Association (IGEA) della Nuova Zelanda e Australia.
Nell’organigramma di Ispe Esports troviamo alla presidenza Olaf Coenen, già presidente di Ispe, assieme a Alberto Guerrero, dal marzo scorso a capo della scena esports europea di Riot Games. “Mentre l’industria degli esports continua crescere ad un ritmo vertiginoso – ha commentato Guerrero – è fondamentale che noi publisher mettiamo a disposizione la nostra pluriennale esperienza e, in particolare, i nostri rigorosi standard per un gameplay responsabile, per il bene di tutto l’ecosistema e per la tutela dei giocatori stessi”.
L’organizzazione ha sicuramente i numeri, le capacità e la forza per coordinare e regolamentare il settore, anche se stupisce non vedere, al suo interno, alcun rappresentante di team né alcun tipo di rappresentante dei player. Magari è giusto così, i nomi presenti sono realtà serissime, che già hanno fatto molto per la crescita della scena competitiva, ma non si rischia forse una regolamentazione troppo sbilanciata? Può essere intelligente aspettare che sia il tempo a darci la risposta?