Cresce in modo imprevedibile l’interesse per le gare in modalità Pro Club, tanto che attorno alle partite organizzare da VPG Italy pare si sia già accesa anche la passione degli scommettitori. La nuova stagione (la quarta) dei campionati di Virtual Pro Gaming, gare di calcio virtuale giocate in 11 contro 11 su Fifa, è partita la scorsa settimana, e come abbiamo già riportato l’interesse di giocatori e sponsor ha registrato in queste ultime settimane un’impennata che ha sorpreso gli stessi responsabili.
Ma la novità degli ultimi giorni, sulla quale stiamo cercando ulteriori conferme, è che la scorsa settimana ci sarebbe stato un giro di puntate su alcune gare di Top League, la serie principale, corrispondente alla Serie A nel calcio “reale”. L’equilibrio tra le squadre partecipanti e il successo del torneo sui social, hanno probabilmente attirato l’attenzione anche del settore betting.
Il presidente di VPG Italy, Carmine Russo, ammette di non saperne nulla, e dalle voci che abbiamo raccolto sembra che i casi siano stati isolati. Al momento non è chiaro se si sia trattato di un passatempo tra amici, giusto per provare, o di qualcosa di più serio e strutturato. Sicuramente nulla di reperibile nei canali ufficiali del betting, autorizzati dal Ministero dell’Economia delle Finanze.
Certo, un gioco che di fatto è la trasposizione del calcio reale nel mondo videoludico si presta per sua natura ad essere molto affine anche alle scommesse. E potrebbe essere un motivo di interesse anche per il settore, se non fosse che molti dei partecipanti/giocatori (nelle squadre di pro club) sono minorenni. Una delle regolamentazioni necessarie al settore, tra le più importanti, riguarda proprio questo aspetto.
Il supporto di società di betting probabilmente darebbe la possibilità di far crescere l’economia del settore, ma la strada (che volenti nolenti bisogna percorrere per evitare infiltrazioni poco pulite) potrebbe essere ancora lunga per arrivare a un betting legale, in Italia, relativo agli esports. Occorrerebbe prima iniziare da un riconoscimento ufficiale dei giocatori come categoria (sportivi o no, ma che si decida) e chiarire poi ciò che è possibile e ciò che non lo è. Non di secondo piano dovrebbe essere la questione di verifiche e controlli, che devono essere frequenti e non ammettere falle, pena l’affidabilità di intere competizioni.
Ragionando sul pro club in merito a questo aspetto, Carmine Russo si è detto sicuro che, ad esempio, “fenomeni di match fixing nel pro club non potrebbero aver luogo”. Si parla di una competizione che coinvolge 22 giocatori (online, quindi non riuniti nello stesso luogo) oltre a caster e spettatori, effettivamente pensare di metterli d’accordo tutti è piuttosto improbabile, ma già lo sport tradizionale ci ha abituato alle cose più impensabili, anche in ambito di scommesse, che ormai possiamo aspettarci di trovare ovunque qualsiasi stranezza.