Negli ultimi mesi ci siamo abituati ai colpi milionari messi a segno da Mixer, piattaforma di streaming detenuta da Microsoft, che ha strappato le esclusive di diversi streamer da Twitch, controllata da Amazon. Una vera e propria streaming war che mira ad aggiudicarsi i migliori sulla piazza per avere visualizzazioni e contenuti di prima fascia. Il primo, clamoroso, colpo fu quello di Tyler “Ninja” Blevins, passato a Mixer per una cifra, si vocifera, vicina ai 10 milioni di dollari. Poi è stato il turno di Michael “Shroud” Grzesiek, Soleil “Ewok” Wheeler: tutti nomi di punta dello streaming di Twitch. Anche alcune organizzazioni si sono rese protagoniste di accordi simili con i Natus Vincere e i Dignitas che hanno invece firmato con Caffeine. Youtube, al momento, si è invece dovuta “accontentare” di Jack “Courage” Dunlop.
Tra tutte le piattaforme di streaming ne mancava ancora una, forse una tra le più importanti per il nome che porta con sé: Facebook Gaming. E puntuale nel weekend scorso è arrivato il primo annuncio: l’accordo firmato in esclusiva con Jeremy “Disguised” Toast Wang, streamer divenuto famoso su Hearthstone che ha recentemente acquisito grande popolarità e pubblico in estate con la produzione di streaming e contenuti relativi a Teamfight Tactics, il nuovo titolo auto-battler di Riot Games. Ha poi raggiunto un altro picco in occasione della beta di Legends of Runeterra lo scorso mese, diventando il secondo streamer più visto su Twitch. Allo stato attuale Wan conta 1,3 milioni di follower su Twitch, che andranno inevitabilmente a suddividersi su altri canali, 240.000 su Twitter e 950.000 iscritti su Youtube.
Big news, I’m moving.
Excited to reach more people around the world, continue to give back and lose bets to chat.
A new chapter at https://t.co/FthHmggxy4. pic.twitter.com/bFjMbX3XYt
— Disguised Toast (@DisguisedToast) November 22, 2019
La streaming war è indubbiamente l’argomento più caldo della seconda metà del 2019 e si prevede che sarà l’aspetto più interessante del 2020 nell’indotto del gaming e dell’esports. I numeri generati dagli streamer più influenti rappresentano inevitabilmente una platea di spettatori dal profilo più o meno giovane, a seconda del tipo di contenuto, che le piattaforme di streaming, e di conseguenza i grandi sponsor, non possono certo ignorare. Stupisce, tuttavia, che siano stati necessari così tanti anni per convincere le aziende a far concorrenza a Twitch: ritenuta, fino a poco tempo fa, inattaccabile.