In una recente intervista a Sportsweek, l’allegato settimanale della Gazzetta dello Sport, Alessandro Florenzi, calciatore dell’ Associazione Sportiva Roma attualmente in prestito al Valencia, ha raccontato cosa pensa dei videogiochi e della sua esperienza (assieme a Daniele De Rossi) come investitore nei Mkers, uno dei team esports più importanti d’Italia.
Secondo il terzino romanista una console non è nociva, almeno fino a quando la usi con giudizio. Logico che “se ci fai le 6 di mattina lo diventa, ma come ogni cosa. A me non nuoce, anzi, aiuta a stare in gruppo“. Conferma poi le famose partite giocate in ritiro, spesso tirate in ballo dalla stampa generalista come agente di distrazione per i calciatori. Florenzi racconta che a Trigoria, il centro sportivo e sociale dell’AS Roma, giocava spesso con alcuni compagni (Davide Santon e Lorenzo Pellegrini) a Call of Duty: “facevamo la squadra sempre noi tre e andavamo in battle royale, dalla camera soli contro il mondo. Per fortuna Trigoria ha una connessione clamorosa”.
Si parla poi della sua esperienza assieme a De Rossi come investitori nel settore esports, con il team Mkers, e Florenzi conferma che “gli esports sono una realtà emergente, tangibile. Gli sponsor ci investono molto proprio perché se ne stanno accorgendo. Io nella mia attività imprenditoriale lo vedo”. Nello specifico i Mkers sono “tra i migliori team italiani, e in Europa stanno crescendo. E sono una realtà importante non solo per i profitti che contiamo di trarne, ma per il movimento che abbiamo visto nascere attorno”.
Una battuta anche sulla eSerieA, che doveva iniziare a fine marzo, ma è slittata a causa della pandemia, una competizione sulla quale il calciatore lascia trapelare qualche perplessità, pur senza esprimersi: “credo che ora il seguito del calcio vero possa dare molto di più al movimento virtuale che non viceversa. Però…”.