La finale di Coppa Italia di stasera, che si giocherà stasera allo stadio Olimpico di Roma tra Juventus e Napoli (diretta TV su RaiUno dalle 21) metterà in onda un aspetto curioso che, se vogliamo, può essere visto come il contrario degli esports.
Gli spalti vuoti a causa dell’epidemia da Covid-19 non ancora del tutto debellata, saranno infatti popolati da tifosi virtuali. Nulla di strano, semplicemente una strategia che sfrutta la tecnologia per far sentire meno vuoto lo stadio e magari dare un po’ di morale in più ai 22 giocatori in campo. Un qualcosa di più di quanto fatto in Inghilterra, dove a far compagnia alle imprecazioni dei calciatori in qualche occasione hanno trasmesso l’audio dei tifosi virtuali di Fifa20.
Come riporta la Gazzetta dello Sports sugli spalti saranno proiettate delle coreografie digitali, “prodotte grazie ad una grafica virtuale integrata tramite sofisticati software”, ma non solo, è prevista anche “l’interazione dei fan grazie allo sviluppo di un filtro Instagram che li proietterà direttamente all’interno dello stadio Olimpico di Roma”.
Cose già viste, certo, ma non ancora negli stadi italiani, o meglio, non ancora a questi livelli. Il post pandemia ci regala anche questo. I discendenti di Eva Byte, la prima presentatrice televisiva virtuale comparsa nel 2004 sulla rete brasiliana Tv Globo, sostituiranno dunque i support in carne e ossa, e vedremo se l’esperimento avrà successo e, soprattutto, se in tv avrà più successo degli esports. Speriamo sia una qualcosa di diverso, anche se ricorda molto le risate finte di Drive-In e Paperissima.
In realtà non è la prima volta che dei tifosi virtuali sostituiscono quelli reali allo stadio. Nel 2014 a provarci fu nientepopodimeno che il Manchester United. Il vuoto sugli spalti non piaceva (neanche alle pay tv) e così si pensò di riempire gli spalti utilizzando Front Row, che veniva messo a disposizione (a pagamento) dei tifosi per poter tifare come se fosse a bordo campo, ma stando a casa, comodamente sul divano. “Per la prima volta in assoluto, Google+ Hangouts consentirà ai fan di tutto il mondo di mostrare il loro supporto all’Old Trafford”, riporta ancora la descrizione del video. Nella realtà fu un flop, che coincise con una delle stagioni più brutte della storia recente del Manchester United.
Ma prima ancora a provarci fu una squadra italiana, la Triestina, nel 2010, nella Serie B italiana. In quel caso però i tifosi virtuali non erano digitali, ma stampati su uno striscione che fu posto a copertura di un’intera sezione dello stadio Nereo Rocco.
Se dunque negli esports un sempre maggiore pubblico reale segue e tifa guardando dei pro player che delegano ai loro avatar le migliori imprese sportive, stasera, in certo qual modo, si vedrà l’esatto contrario: ad essere digitalizzato, sarà il tifo, e agli avatar sarà delegato il difficile compito di supportare le squadre in campo. Magari si immaginava dell’altro chi voleva puntare sugli esports per riavvicinare i tifosi agli stadi (sempre più vuoti), ma chissà…